Il Servizio geologico degli Stati Uniti ritiene bassa la probabilità che il terremoto abbia causato danni gravi o vittime

Un potente terremoto sottomarino ha colpito l’arcipelago di Tonga, nel Pacifico meridionale. Le autorità hanno diramato un’allerta tsunami, emettendo quello che in gergo tecnico si chiama ‘tsunami advisory’, appena un gradino sotto lo ‘tsunami warning’, cioè l’allarme tsunami. Secondo il Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs), una scossa di magnitudo 7.3 è stata registrata 211 chilometri a est-sudest di Neiafu, isola di Tonga, a una profondità di 24,8 chilometri. L’Usgs ritiene bassa la probabilità che il terremoto abbia causato danni gravi o vittime. 

 

Secondo quanto riferisce il Servizio Metereologico Nazionale degli Stati Uniti, agenzia governativa Usa che si occupa di previsioni metereologiche, sono 4 i livelli di allerta con cui si classificano gli tsunami, cioè ‘tsunami warning’, ‘tsunami advisory’, ‘tsunami watch’ e ‘tsunami information statement’. Il più grave livello tra quelli elencati è lo ‘tsunami warning’, con cui si segnala un pericolo imminente: uno tsunami è previsto o si sta verificando, potrebbe causare pericolose inondazioni diffuse che possono continuare per diverse ore o giorni. Un gradino sotto si trova lo ‘tsunami advisory’, diramato nel caso del terremoto a Tonga: questo avverte che è previsto o si sta verificando uno tsunami con possibili forti correnti o onde pericolose per chi si trova in acqua o nelle immediate vicinanze; potrebbero verificarsi allagamenti di spiagge e porti. Segue lo ‘tsunami watch’, in cui si avverte la popolazione di essere pronta perché si potrebbe verificare uno tsunami. Infine il livello più basso di allerta e lo ‘tsunami information statement’, quando si è verificato un terremoto, solitamente molto lontano, ma non c’è alcuna minaccia o la minaccia non è stata identificata. Nella maggior parte dei casi non c’è il rischio di uno tsunami distruttivo

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata