Al via le consultazioni in Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia. La denuncia: "Gruppi armati costringono i residenti a votare"

I residenti delle regioni ucraine controllate da Mosca hanno iniziato a votare per il referendum sull’annessione alla Russia. Il voto nelle Repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk e nelle regioni meridionali di Kherson e Zaporizhzhia è stato annunciato e organizzato dal Cremlino in pochissimo tempo e arriva a due giorni dall’annuncio di Putin sulla mobilitazione parziale in Russia. Le urne apriranno venerdì e rimarranno aperte per cinque giorni e le votazioni si svolgeranno senza osservatori indipendenti. Vladimir Vysotsky, capo della commissione elettorale separatista a Donetsk, ha spiegato che possono votare anche i cittadini che si trovano all’estero. Secondo i funzionari insediati dalla Russia nelle regioni occupate, durante i primi quattro giorni i funzionari elettorali porteranno le schede nelle case delle persone e allestiranno seggi elettorali improvvisati vicino agli edifici residenziali. Martedì sarà l’unico giorno in cui gli elettori saranno invitati a venire alle urne regolari. Si può votare inoltre in Russia, dove i rifugiati delle regioni occupate possono imbucare le loro schede. Denis Pushilin, leader separatista delle autorità filorusse nella regione di Donetsk, ha definito oggi il referendum “una pietra miliare storica“. Nel voto si chiede ai residenti se vogliono che le loro regioni facciano parte della Russia ed è scontato che vada nella direzione di Mosca; ciò darebbe alla Russia il pretesto di affermare che i tentativi delle forze ucraine di riguadagnare il controllo del proprio territorio si configurino come attacchi alla stessa Russia, facendo salire drammaticamente la tensione dopo sette mesi di guerra.

I referendum seguono l’ordine di mobilitazione parziale annunciato dal presidente russo Vladimir Putin, che potrebbe portare ad aggiungere ai combattimenti altri 300mila soldati. E mentre si iniziava a votare nelle regioni occupate, sui social network russi dilagavano scene drammatiche di famiglie in lacrime per dare l’addio agli uomini che partono per andare a combattere. Intanto in Russia gli attivisti anti-guerra hanno in programma altre proteste contro la mobilitazione parziale.

 

Gruppi “armati russi” stano costringendo i residenti “delle zone occupate per costringere le persone a votare al cosiddetto referendum”. È quanto rende noto il sindaco di Lugansk, Sergey Haidai, in un post su Telegram, secondo quanto riporta il Guardian. “Gli occupanti stanno impedendo alle persone di lasciare la città tra il 23 e il 27 settembre”, afferma Haidai.

Fuga da Putin, code al confine con la Georgia

Intanto continua il tentativo dei russi di lasciare il Paese in seguito alla mobilitazione parziale indetta da Vladimir Putin: si registrano code fino a 5 km al confine con la Georgia

Forte esplosione a Melitopol

Una forte esplosione è stata segnalata nella città di Melitopol, occupata dalle truppe russe, nella zona di Zaporizhzhia. L’esplosione, segnalata dall’amministrazione cittadina, è stata confermata anche dall’agenzia di stampa russa Tass.

Filorussi Donetsk: anche italiani tra osservatori del referendum

Nella Commissione elettorale del referendum per l’annessione alla Russia dell’autoproclamata repubblica di Donetsk lavorano circa 130 osservatori stranieri, fra di loro ci sarebbero anche degli italiani. Lo ha reso noto la stessa Commissione alla Tass. In totale gli osservatori europei sarebbero 50, quattro dei quali provenienti da Paesi Bassi e Germania sarebbero già al lavoro. Presenti anche osservatori provenienti da Russia, Venezuela, Romania, Togo e Sud Africa.

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