Il bilancio fornito da Mosca è di 50 morti e 73 feriti. Secondo i russi a lanciare l'attacco sono state le forze ucraine "per non consentire un nuovo processo di Norimberga". Smentisce Kiev

Continua il rimpallo di accuse fra Kiev e Mosca in merito al bombardamento sul carcere di Olenivka nella parte della regione di Donetsk in mano alle forze filorusse. La struttura ospita i militanti del battaglione Azov che hanno consegnato le armi dopo la strenua difesa di Mariupol. Il bilancio fornito da Mosca è di 50 morti e 73 feriti. Secondo i russi a lanciare l’attacco sono state le forze ucraine “per non consentire un nuovo processo di Norimberga” e “rimuovere i testimoni dei loro crimini di guerra”. La pensano diversamente a Kiev, dove sono scese in piazza i familiari dei militanti del battaglione Azov. L’Onu si dice “pronta a inviare una squadra di esperti” per indagare sull’accaduto mentre gli Usa, tramite il segretario di Stato, Antony Blinken, porgono le loro condoglianze all’Ucraina assicurando nella loro ferrea volontà di proseguire nel loro impegno al fianco di Kiev. Ad aumentare il livello della tensione c’è poi un tweet dell’ambasciata russa nel Regno Unito dove si dice che i militanti di Azov “meritano l’esecuzione, ma non per fucilazione, per impiccagione, perché non sono veri soldati”. Il comandante ad interim del battaglione, il maggiore Mykyta Nadtochy, considera il post come la “conferma” che dietro l’accaduto ci sia la mano di Mosca. “Putin è personalmente responsabile di questo crimine”, dicono i militari. Quanto agli esecutori materiali “stiamo già scoprendo i loro nomi. Li troveremo ovunque, nei territori occupati dell’Ucraina, in Russia o in paesi terzi”. Intanto in Russia, secondo i ricercatori dell’Institute for the Study of War di Washington si stanno formando battaglioni di volontari da schierare nel conflitto. Secondo alcuni analisti militari potrebbero essere mobilitate più di 30mila persone per integrare i ranghi russi. “Alcuni battaglioni parteciperanno esclusivamente alla logistica e al supporto mentre altri rafforzeranno le unità militari già esistenti o ne formeranno delle altre”, viene spiegato. L’Ucraina, dal canto suo, pensa già alla fine dell’estate e all’inverno che arriverà. L’ordine – reso noto dal vice premio ministro Irina Vereshchuk – è quello di un’evacuazione obbligatoria dalla parte della regione di Donetsk controllata dalle forze di Kiev di circa 220mila civili prima dell’arrivo del freddo. Il motivo è la mancanza di fornitura energetica. Ad essere interessati sarebbero anche 52mila bambini. L’appello del governo ucraino a tutte le famiglie è quello di evitare loro di essere esposti “al pericolo mortale di un inverno senza luce e riscaldamento”. L’evacuazione infatti – viene precisato – non sarà comunque forzata. In caso di rifiuto i residenti dovranno firmare un apposito modulo. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata