L'ex presidente russo, e 'falco' di Vladimir Putin, lancia un monito inquietante. Mentre il Papa invita ancora una volta tutti gli attori internazionali a darsi da fare per riprendere i negoziati veri, il livello dello scontro resta altissimo, non solo sul campo
Mentre il Papa invita ancora una volta tutti gli attori internazionali a “darsi da fare” per “riprendere i negoziati veri” e non per “alimentare l’insensatezza della guerra” il livello dello scontro fra Mosca e Kiev resta altissimo, non solo sul campo. Ad alzare il volume è Dmitry Medvedev. L’ex presidente russo, e ‘falco’ di Vladimir Putin, lancia a Kiev un monito inquietante in merito alla Crimea. “In caso di attacco la leadership dell’Ucraina sarà istantaneamente e senza possibilità di difesa soggetta al Giorno del Giudizio”, dichiara senza giri di parole. Opposto ovviamente il pensiero degli ucraini. Per il presidente Zelensky semplicemente la Russia “non vuole terminare la guerra” mentre l’Ucraina “difende la sua sovranità”. Secondo quanto riportato da ‘Politico’ il leader di Kiev starebbe anche effettuando dei cambiamenti radicali all’interno dei servizi segreti.
A farne le spese, spiegano alcune fonti, sarebbe in prima persona il capo dell’Intelligence e suo amico di vecchia data Ivan Bakanov. All’uomo che, fra le altre cose, ha curato la campagna per le elezioni presidenziali di Zelensky, vengono imputate fra le altre cose una serie di scelte che, nei primi giorni dell’invasione russa, sarebbero risultate decisive per la presa della città strategica di Kherson da parte dei russi.Se Mosca prosegue nella campagna in Ucraina il costo della guerra per la Russia si fa sempre più alto anche in termine di vite umane. Per l’ammiraglio Sir Antony David Radakin, Capo di Stato Maggiore della Difesa del Regno Unito, dall’inizio del conflitto la Russia tra morti e feriti avrebbe perso circa “50mila soldati” pari a “oltre il 30%” delle forze armate impegnate sul campo. Un territorio ormai martoriato dove le bombe non smettono di cadere.
Nelle ultime 24 ore si segnalano in particolare attacchi intensi su Mykolaiv. A Vinnytsia invece si sono celebrati i funerali di Liza, la bimba di 4 anni uccisa in un attacco missilistico russo sulla città dell’Ucraina centrale, ben lontana dalla linea del fronte, che ha causato la morte di 24 persone. Liza, che aveva la sindrome di Down, si stava recando con la mamma da un logopedista quando è scattato l’attacco sulla città. “Il male non può vincere”, ha detto in lacrime il sacerdote ortodosso che ha officiato il rito. Dolore e rabbia che allontanano inevitabilmente la fine del conflitto. “L’unico piano della Federazione russa è uccidere, distruggere e bruciare le nostre terre”, dice Mikhaylo Podolyak, influente consigliere del presidente Zelensky. Per questo “è porre fine alla guerra alle condizioni dell’Ucraina e liberare tutti i nostri territori”. Qualsiasi altra alternativa – secondo Kiev – può portare solo a un conflitto “senza fine”.
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