Fallito il corridoio umanitario per l'evacuazione Il sindaco di Severodonetsk afferma che gli ucraini controllano ancora il distretto industriale della città
Allarme Onu per i civili rifugiati nei bunker dell’impianto chimico Azot di Severodonetsk, città dell’est dell’Ucraina da giorni punto focale degli attacchi russi. A lanciarlo è l’Ufficio Onu per gli affari umanitari, molto preoccupato per il rischio che si esauriscano scorte d’acqua e cibo. Avvertimento che giunge nel giorno in cui sarebbe dovuto entrare in vigore un corridoio umanitario che, secondo l’annuncio di Mosca, doveva portare i civili dall’Azot alla città di Svatovo, sempre nel Luhansk ma in mani russe. Il corridoio sembra però essere fallito: i separatisti filorussi hanno accusato le forze ucraine di sabotare l’evacuazione, mentre i media di Stato russi accusavano i soldati ucraini di avere portato i civili con sé nell’Azot per usarli come scudi umani. Non è la prima volta che un’evacuazione in programma fallisce, con accuse reciproche fra le parti. In passato, fra l’altro, diversi ucraini sono stati riluttanti ad accettare evacuazioni verso territori in mano ai russi. Nessuna novità si ha al momento dell’ultimatum che la Russia ha lanciato ai combattenti dell’Azot, a cui ha chiesto di arrendersi a partire dalle 7 di mattina ora italiana. Mentre il sindaco di Severodonetsk afferma che gli ucraini controllano ancora il distretto industriale della città.
Il Daily Telegraph, nel frattempo, cita fonti secondo cui due combattenti statunitensi sarebbero stati catturati dalle forze russe in Ucraina per la prima volta dall’inizio del conflitto: si tratterebbe di Robert Drueke, 39 anni, e Andy Huynh, 27 anni, che sarebbero stati presi la scorsa settimana alla periferia di Kharkiv. Nonostante la Russia concentri la maggior parte degli attacchi nell’Est dell’Ucraina, le forze russe continuano anche a colpire obiettivi specifici altrove nel Paese. È questo il caso dell’attacco compiuto con missili di precisione Kalibr a lungo raggio contro un deposito vicino a Zolochiv, nell’Oblast di Leopoli, vicino al confine con la Polonia: il ministero della Difesa di Mosca ha riferito di avere distrutto la struttura, aggiungendo che vi si trovavano missili antiaerei howitzer M777, tipo di arma fornito dagli Stati Uniti.Alla vigilia dell’attesa visita a Kiev di Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz, Vladimir Putin ha parlato con il presidente cinese Xi Jinping. Quest’ultimo ha riaffermato il sostegno di Pechino alla Russia su questioni di sovranità e sicurezza e si è anche pronunciato sulla crisi ucraina: “tutte le parti dovrebbero spingere per una adeguata soluzione della crisi in Ucraina, in modo responsabile”, ha detto secondo il resoconto fornito da Pechino, segnalando che la Cina “intende mantenere il suo ruolo in proposito”.
Quanto al resoconto del Cremlino, riferisce che Xi ha “sottolineato la legittimità delle azioni intraprese dalla Russia per proteggere i fondamentali interessi nazionali di fronte alle sfide alla sua sicurezza create da forze esterne”. Intanto Dmitry Medvedev, vice capo del Consiglio di sicurezza della Russia oltre che ex presidente russo, ha suggerito che la Russia intenda non solo rivendicare parte del territorio ucraino, ma eliminare l’Ucraina come nazione: L’Ucraina vuole ricevere gas “con pagamento fra 2 anni”, “solo una domanda: chi ha detto che tra 2 anni l’Ucraina esisterà ancora sulla mappa del mondo?”, ha scritto in un post su Telegram.
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