Italia, Francia e Germania sono pronte a dimostrare plasticamente la vicinanza dei grandi paesi Ue al Paese del presidente Zelensky

Domani, 16 giugno, sarà il giorno di Italia, Francia e Germania. Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz arriveranno a Kiev per incontrare, insieme al presidente romeno Klaus Iohannis, Volodymyr Zelensky e dimostrare plasticamente la vicinanza dei grandi paesi Ue all’Ucraina. I tre leader porteranno un forte messaggio di solidarietà al presidente Zelensky e al popolo ucraino. Un messaggio “all’insegna dell’unità e della piena coesione dei Paesi europei nel condannare l’invasione dell’Ucraina, nel sanzionare la Russia e nell’aiutare Kiev”.

“Putin pensava di dividerci ma ha fallito”, ha affermato il Presidente Draghi nelle scorse settimane. A tre mesi e mezzo dall’inizio della guerra la ‘missione’ – che resta top secret per ragioni di sicurezza – è destinata a essere una tappa cruciale nel tentativo di riaprire il tavolo dei negoziati per arrivare quanto prima al cessate il fuoco e dare nuovo slancio ai negoziati di pace. Le condizioni, ha ribadito anche il premier italiano ieri, a Gerusalemme al fianco del Primo ministro israeliano Naftali Bennet, devono essere quelle decise da Kiev. “Non può esserci una pace imposta. Anche perché una pace che non fosse accettabile da parte dell’Ucraina non sarebbe neanche sostenibile”, è la convinzione.

Oggi è stato Macron a fare un passo in avanti. “A un certo punto – ha detto rivolgendosi alle truppe francesi in Romania – dovremo negoziare”. “Il presidente ucraino dovrà negoziare con la Russia e noi, europei, saremo attorno a quel tavolo”. La linea, comunque, non cambia: “Non possiamo permetterci la minima debolezza” nei confronti di Mosca, ha ribadito.

I leader durante la missione affronteranno le varie dimensioni del conflitto. Si farà il punto sugli ultimi sviluppi della situazione del Donbass, ma anche un’analisi sulle forze in campo e sull’esercito ucraino in particolare.

L’Italia – sottolineano fonti italiane – ha costantemente contribuito a livello europeo procedendo secondo un duplice binario: nell’approvazione dei vari pacchetti di sanzioni “senza precedenti” alla Russia e nel “garantire l’unità e il coordinamento in tutti gli aspetti del sostegno all’Ucraina: politico, militare, finanziario e umanitario”.

Tra i dossier che i leader vogliono sbloccare c’è quello che riguarda il grano fermo nei porti ucraini. L’impegno – come ribadito da Draghi in più di un’occasione – è quello di scongiurare una crisi alimentare e aprire una prima forma di negoziato tra Mosca e e Kiev, anche attraverso “azioni multilaterali concrete”. Occorre “garantire corridoi marittimi sicuri per consentire l’accesso e la partenza delle navi mercantili dai porti ucraini, in particolare Odessa”, è la linea dell’Italia che sostiene un ruolo attivo delle Nazioni Unite.

Roma rimane impegnata costantemente anche con gli altri partner UE e G7 (alla Farnesina la scorsa settimana si è svolto il primo Dialogo Ministeriale Mediterraneo sulla Crisi Alimentare), per trovare altre alternative al trasporto di cereali fuori dall’Ucraina, con il coinvolgimento di attori e infrastrutture italiani chiave.

Draghi, Macron e Scholz affronteranno anche il tema del sostegno finanziario. Nei primi giorni della guerra l’Italia ha fornito 110 milioni di euro come supporto al bilancio generale del governo ucraino, e ha previsto altri 200 milioni di aiuti a Kiev – come annunciato ad aprile dal ministro Franco. Il sostegno si concretizza anche negli sforzi del processo ricostruzione, che è già un argomento di discussione prioritario con l’Ucraina e i partner e le istituzioni finanziarie internazionali.

Dall’Italia, intanto, arrivano le prime reazioni alla missione del premier. “Draghi domani va a Kiev? Fa bene – dice Matteo Salvini – Faccio i migliori auguri a Draghi per quello che è l’obiettivo di tutti, ovvero il cessate il fuoco”. “Finalmente Italia, Francia e Germania riprendono lo spazio che gli compete, è un bene – aggiunge -. Mi auguro che trovino il modo di andare anche a Mosca”.

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