I due Paesi non avevano adeguato i pagamenti alle richieste del Cremlino. Von der Leyen: "Ricatto russo, prepariamo la nostra risposta"

Dopo giorni d’incertezza sull’uso dei rubli per pagare le forniture di gas dalla Russia, Gazprom ha interrotto il flusso verso Polonia e Bulgaria, una mossa definita come “ricatto” da Sofia, Varsavia e Bruxelles. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha reagito affermando che non si tratta di un ricatto, e che “la Russia è stato e resta un fornitore affidabile” che rimane “impegnata verso i suoi obblighi in base ai contratti”.

Finora nello stop non sono coinvolti altri paesi europei, come hanno fatto sapere la ministra dell’Energia austriaca Leonore Gewessler, che non ha ricevuto “segnali di arresto delle forniture”, e il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, che ha definito potenzialmente “preoccupante” la notizia dell’interruzione, rassicurando però che “la mancata consegna del gas alla Bulgaria non significa l’interruzione del transito attraverso la Bulgaria”. Snam ha riferito una situazione simile per il traffico verso l’Italia, dichiarando in mattinata che “il flusso di gas dalla Russia in entrata in Italia da Tarvisio è regolare”.

A esprimere preoccupazione per lo scenario è anche la Germania: una portavoce del ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, nell’affermare che i flussi sono a livelli stabili, ha aggiunto che “guardiamo con preoccupazione allo stop delle consegne verso Paesi partner europei”. Secondo Habeck, se l’embargo del gas russo dovesse coinvolgere la Germania, “avremmo una recessione”.

Il ministro bulgaro dell’Energia Alexander Nikolov, che ha ricevuto l’informazione dell’interruzione da parte di Gazprom con un giorno di preavviso, ha fatto sapere che la Bulgaria può soddisfare le esigenze di gas degli utenti per almeno un mese e che il paese “spera che rotte e rifornimenti alternativi saranno assicurati anche a livello dell’UE”. Per il primo ministro Kiril Petkov si tratta di un “ricatto unilaterale” che “non è accettabile”.

Di “ricatto del gas” ha parlato il premier polacco Mateusz Morawiecki, precisando che non avrà alcun effetto sul proprio paese, grazie ad anni di sforzi per la diversificazione energetica. Quella di Mosca secondo Morawiecki è una vendetta contro le nuove sanzioni che Varsavia ha imposto questa settimana contro la Russia, con misure che prendevano di mira 50 oligarchi e società russe, compresa Gazprom.

La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha annunciato il proprio supporto affermando che la mossa di Gazprom “è un altro tentativo della Russia di ricattarci con il gas. Siamo preparati per questo scenario. Stiamo delineando la nostra risposta coordinata dell’Ue. Gli europei possono confidare che restiamo uniti e solidali con gli Stati membri colpiti”.

Il ministro degli Esteri italiano Luigi di Maio si è espresso sulla stessa lunghezza d’onda in serata al Consiglio d’Europa: “Oggi il lavoro che noi continueremo a fare è questo: rafforzare il nostro piano di sicurezza energetico e allo stesso tempo fare in modo che a livello europeo si costruiscano le condizioni per un tetto massimo al prezzo del gas”.

Von der Leyen ha inoltre specificato che le linee guida Ue “sono molto chiare: pagare in rubli, se non è previsto nel contratto, è una violazione delle nostre sanzioni”, rimarcando che “circa il 97% di tutti i contratti esplicitamente stipula pagamenti in euro o dollari. La richiesta da parte russa di pagare in rubli è una decisione unilaterale e non è in linea con i contratti. Le compagnie con questi contratti non devono accettare la richiesta russa”.

Peskov, che ha negato la natura ricattatoria dello stop, ha peraltro specificato che “la necessità” di un nuovo metodo di pagamento per il gas, in rubli, “è stata causata da azioni ostili senza precedenti in campo economico e finanziario che sono state adottate da Paesi ostili contro di noi”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata