Scrittore, editorialista, habitué dei salotti tv, correre con il neo-fondato partito 'Riconquista'
È un ‘sorpasso a destra’ quello che Eric Zemmour, 63 anni, novello della politica, ha tentato quando a novembre del 2021 ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali francesi di domenica 10 aprile. Polemista di estrema destra, scrittore, editorialista, habitué dei salotti tv, con la sua inattesa corsa per l’Eliseo con il neo-fondato partito ‘Riconquista’, Zemmour ha sparigliato le carte sottraendo a Marine Le Pen il monopolio delle rivendicazioni identitarie nazionaliste. E presentandole in modo ancora più radicale.Nato a Montreuil da una famiglia ebrea sefardita e algerina, si è laureato all’università Sciences Po di Parigi e ha poi iniziato la carriera di giornalista e commentatore. È stato condannato tre volte per incitamento all’odio razziale o religioso, ultimamente ha ricevuto una multa di 10mila euro per avere definito “stupratori” e “assassini” i minori non accompagnati che arrivano in Francia come migranti. Zemmour ha detto di essersi candidato per “salvare la Francia”. Come temi principali ha scelto immigrazione, Islam e sicurezza.
E al cuore della sua campagna elettorale ha messo una teoria cospirazionista nota come ‘grande sostituzione’, secondo cui immigrati e persone non bianche, in particolare i musulmani, starebbero soppiantando a poco a poco i nativi dei Paesi occidentali e un giorno elimineranno la civiltà cristiana. Anche se la Francia è un Paese con una maggioranza di bianchi cattolici e le statistiche sull’evoluzione dell’immigrazione lo contraddicono, Zemmour ha sostenuto che senza uno stop dell’immigrazione la Francia diventerà fra 10-20 anni “un Paese africano, un Paese musulmano”.Ha proposto di istituire un ‘ministero dei rimpatri’, equipaggiato con aerei per accelerare le espulsioni dei migranti, a suo dire indesiderati, in particolare verso Algeria, Marocco e Tunisia. Un piano definito “anti-repubblicano” da Le Pen. Vuole ridurre le richieste di asilo possibili a 100 all’anno, mentre finora sono circa 54mila annue. Vorrebbe inoltre porre fine al welfare per i non europei e vietare i ricongiungimenti familiari degli immigrati, nonché creare una guardia costiera militare per fermare gli arrivi via mare. Chiede poi il divieto di indossare il velo in tutti i luoghi pubblici, nonché quello di costruire grandi moschee, come pure l’introduzione di restrizioni ai nomi che i genitori possono dare ai figli, vietando di fatto molti nomi usati dai musulmani francesi.In un dibattito televisivo nel 2019 aveva sostenuto che il maresciallo Philippe Petain, capo del governo collaborazionista di Vichy durante la Seconda guerra mondiale, avesse salvato gli ebrei francesi dall’Olocausto.
Inizialmente sostenitore di una “alleanza” con la Russia, lui che nel 2018 invocava un “Putin francese”, dopo ha condannato l’invasione russa dell’Ucraina. In un primo momento ha detto che avrebbe preferito che i rifugiati ucraini stessero in Polonia, ma successivamente ha appoggiato la concessione di visti in caso di legami con la Francia. E vuole che Parigi si ritiri dal comando militare della Nato.Se l’obiettivo che Marine Le Pen dichiara è una “unione della Francia”, quello dichiarato da Zemmour è una “unione della destra” che porti insieme conservatori (cattolici compresi) e partiti di estrema destra. È riuscito a portare dalla sua parte anche diversi sostenitori di Le Pen, fra cui la nipote Marion Marechal. Le sue chance di arrivare al secondo turno del 24 aprile sono poche, visto che i sondaggi lo danno perlopiù in quarta posizione, dopo Emmanuel Macron, Le Pen e Jean-Luc Melenchon. Ma il risultato del primo turno stabilirà quale sarà il suo peso elettorale al ballottaggio.
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