L'analisi di Victoria Vdovychenko, giornalista e professoressa all'università Borys Grinchenko
(LaPresse) “E’ ovvio che la volontà di Putin è quella di instaurare un nuovo regime, sarà il suo prossimo passo”. Victoria Vdovychenko, giornalista e docente dell’università di Kiev Borys Grinchenko, parla dell’attacco russo all’Ucraina iniziato giovedì all’alba. “Per questo stiamo davvero aspettando di vedere cosa faranno le democrazie occidentali, ci aspettiamo sostegno, un vero isolamento politico ed economico totale della Russia, assistenza finanziaria e umanitaria”, spiega ancora la professoressa di Relazioni Internazionali in videocollegamento con LaPresse.
“Il ministro degli Esteri Kuleba ha chiesto l’intervento dei caschi blu dell’Onu in Ucraina ma questo potrebbe provocare un atto di aggressione da parte di Putin”, secondo l’analisi della docente. “L’idea di Putin è quella di intervenire per ‘rafforzare la pace’ ma abbiamo due concetti diversi di pace: per noi è rispettare la democrazia e la libertà, per Putin è stabilire un altro regime e invadere”, prosegue Vdovychenko.
Vdovychenko: “Non abbiamo paura, difenderemo la nostra democrazia”
“Siamo vittime di un’aggressione, di un’invasione, le leggi internazionali sono state completamente violate, tutti i Paesi democratici devono riconoscerlo”, insiste Vdovychenko. “Noi stiamo combattendo per i valori democratici, sappiamo che la situazione è tesa ma noi non siamo in panico, abbiamo chiaro quello che vogliamo, siamo concentrati, chiediamo sanzioni da parte di tutti, non solo da Usa e Gran Bretagna”, prosegue la docente parlando da Kiev. “Noi non abbiamo paura, dobbiamo resistere, e questo forse Putin non se lo aspettava”, aggiunge. “Noi sappiamo come proteggere il nostro territorio e la democrazia, rivolgo piuttosto la domanda all’Occidente: voi sapete come difenderla?”, conclude la giornalista.
La giornalista ha spiegato che sono state attaccate tutte le basi militari nei pressi di tutte le grandi città ucraine, cioè quelle con più di 500mila abitanti. Anche quelle che si trovano nell’Ovest del Paese, “che – dice – non si pensava finissero sotto attacco”. “Come analisti avevamo previsto l’attacco nel Donbass dopo il 23 febbraio, ma nessuno avrebbe pensato che colpissero anche le infrastrutture militari nelle altre grandi città, come la Capitale”, ha aggiunto la professoressa di Relazioni Internazionali.
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