I legali del nonno materno avranno 7 giorni di tempo per impugnare la sentenza. Il ritorno nel nostro Paese del piccolo non potrà quindi avvenire prima di 15 giorni

Il Tribunale distrettuale di Tel Aviv ha respinto il ricorso del nonno materno di Eitan, Schmuel Peleg, che aveva impugnato la sentenza di primo grado del Tribunale della Famiglia israeliano. Sentenza con la quale il giudice israeliano aveva stabilito che il bambino, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, dovesse tornare in Italia con la zia paterna e tutrice Aya Biran. Lo ha reso noto il portavoce della famiglia Peleg, Gadi Solomon.

Famiglia Peleg: “Rammaricati per il verdetto”

“Non possiamo che rammaricarci del verdetto della Corte Distrettuale che ha mandato i membri della famiglia Peleg a combattere in Italia per individuare posto giusto perchè Eitan vi trascorra il resto della vita – ha fatto sapere Solomon – . Eitan è un bambino israeliano ed ebreo i cui defunti genitori vorrebbero che continuasse a crescere per essere educato e crescere in Israele. Sfortunatamente, ancora una volta la voce e la volontà di Eitan sono state lasciate fuori dal tribunale”. 

Schmuel Peleg con i suoi legali avrà 7 giorni di tempo per impugnare la sentenza. I legali israeliani del nonno materno Schmuel Pelg hanno già annunciato di voler presentare ricorso alla Suprema Corte. L’esecutività della sentenza di secondo grado, perciò, è sospesa in attesa di un eventuale ricorso. Per un eventuale ritorno in Italia di Eitan, dunque, bisognerà attendere almeno 15 giorni.

La soddisfazione della famiglia Biran

I legali di Aya Biran, zia paterna e tutrice legale di Eitan, il bambino unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, “sono lieti di comunicare che oggi si è tenuta udienza per l’appello della decisione di rimpatrio e che solo dopo poche ore la corte distrettuale di Tel Aviv ha rigettato tutte le istanze dal nonno materno confermando la sentenza di rimpatrio di Eitan in Italia ai sensi della Convenzione dell’Aja 1980”. Lo si apprende da una nota diffusa dai legali di Aya Biran. “L’ordine di rimpatrio è sospeso per sette giorni negli stessi termini per l’ impugnativa avanti Suprema Corte”, chiariscono i legali.

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