Trionfa la presidente uscente Isabel Díaz Ayuso. Affluenza da record: alle ore 19 al 69,19%, 11 punti percentuali in più rispetto al 2019

Il Partito popolare vince le elezioni regionali anticipate nella regione autonoma di Madrid, ma per governare dovrà allearsi con l’estrema destra di Vox. Secondo gli exit poll diffusi da Gad3 per Telemadrid e Tve, la presidente uscente Isabel Diaz Ayuso potrebbe essere confermata, dopo il successo alle urne con il 43,7% delle preferenze, portando il partito di centrodestra a 62-65 deputati nell’Assemblea regionale, oltre il doppio dei 30 ottenuti nel 2019. Un numero che però non sarebbe sufficiente a formare un governo, e che costringerebbe il Pp a guardare all’alleanza con l’estrema destra. Vox, guidato da Rocío Monasterio, sarebbe il quarto partito con il 9,2%, avrebbe fra 12 e 14 seggi e potrebbe entrare per la prima volta nel governo regionale della capitale. Ad Ayuso basterebbe anche l’astensione del movimento xenofobo, antifemminista e antiindipendentista, per governare da sola.

Secondo gli exit-poll, nelle regionali il blocco di sinistra si fermerebbe a 56-63 deputati. Il partito più votato dopo il Pp è il Psoe con il 18,4%, che sotto la guida di Ángel Gabilondo resta la prima forza di sinistra, scendendo però a 25-28 seggi rispetto ai 37 del 2019. Seguono Mas Madrid di Mónica García con il 15,42% e 21-24 deputati, e Unidas Podemos con Pablo Iglesias al 7,9%, ossia 10-11 deputati, tre o quattro più di due anni fa. Grande sconfitto Ciudadanos, che uscirebbe dall’Assemblea locale non avendo superato la soglia del 5%: un duro colpo, passando da 26 rappresentanti a zero. L’affluenza, intanto, è stata da record: al 69,19% (alle ore 19), 11 punti percentuali in più rispetto al 2019 (58,13%).

Se i risultati fossero confermati, consentirebbero al Pp di mantenere il controllo della regione che guida da un quarto di secolo, premiando anche la decisione di anticipare il voto. In questo scenario, Ayuso governerebbe sino al 2023. A dispetto del desiderio della presidente uscente, il cui motto elettorale è stato ‘Libertà’, di “governare da sola” perché “le coalizioni non sono buone”, stando ai sondaggi di Metroscopia circa il 78% dei suoi elettori prima del voto si è detto a favore di una coalizione proprio con l’estrema destra di Vox.

Inevitabilmente la pandemia ha pesato sul voto, mentre il 40% delle infezioni nel Paese si è concentrato proprio nella regione della capitale. Nonostante ciò, la linea di Ayuso è sempre stata di opporsi alle politiche del governo nazionale del socialista Pedro Sanchez, spingendo invece per le riaperture in chiave economica. Anche per questo, le regionali sono state precedute da una accesissima campagna elettorale e sono state guardate non come un voto meramente locale, ma con una chiara lettura nazionale. Campagna elettorale così accesa che Iglesias, dimessosi da vicepremier per candidarsi a Madrid, ha anche denunciato minacce di morte anonime, ricevendo una busta con proiettile.

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