Rimane il rischio stallo dopo il voto del 23 marzo. Il capo dello Stato: "Nessun candidato ha chance realistica di formare un esecutivo che avrà la fiducia"

Il presidente israeliano, Reuven Rivlin, ha affidato al prmier uscente Benjamin Netanyahu l’incarico di provare a formare un nuovo governo. L’annuncio di Rivlin a Gerusalemme giunge nel giorno in cui riprende il processo a Netanyahu per corruzione. Le accuse contro di lui, il premier che ha prestato servizio più a lungo nel Paese, hanno posto il presidente davanti a una scelta ‘straordinaria’. Nelle elezioni dello scorso 23 marzo il Likud di Netanyahu ha ottenuto la maggior parte dei seggi, ma nessun partito ha ottenuto la maggioranza parlamentare di 61 seggi necessaria per governare da solo. Questo ha rimesso a Rivlin il compito di decidere chi avesse più possibilità di riuscire a mettere insieme una coalizione di governo. Netanyahu nega tutte le accuse che gli vengono contestate e sostiene che i procuratori stiano provando a minare la volontà degli elettori e a cacciarlo dal suo incarico.

“Nessun candidato ha una chance realistica di formare un governo che avrà la fiducia della Knesset”, ha detto Rivlin, aggiungendo che se la legge lo avesse consentito avrebbe rimesso la decisione alla Knesset. “Conosco la posizione di molti, che il presidente non dovrebbe affidare il ruolo a un candidato che affronti accuse”, ha proseguito, aggiungendo che però la legge dice che deve. “Benjamin Netanyahu ha una chance leggermente più alta di formare un governo” e “ho deciso di affidargli l’incarico di farlo”, ha detto Rivlin. Netanyahu ha ottenuto 52 seggi, che però appunto non è la maggioranza del Parlamento, ovvero 61 seggi. Se le fazioni politiche sono d’accordo su qualcosa, è che Israele non dovrebbe tornare nuovamente al voto.

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