La promessa del presidente eletto: "Cento milioni di vaccinati in cento giorni"

A pochi giorni dal suo insediamento, si fa sentire il presidente eletto, Joe Biden, scegliendo il tema in cima alla sua agenda: la lotta al Covid-19. Dopo avere annunciato un piano da 1,9 trilioni di dollari di aiuti e “un nuovo capitolo” a partire dal 20 gennaio, fa sapere che ricorrerà al Defense Production Act, misura che permette al presidente di condizionare l’industria Usa, per espandere la produzione del vaccino e le scorte. E nell’ottica di rafforzare la campagna di immunizzazione farà ricorso alla Guardia nazionale e alla protezione civile per costruire i centri di somministrazione. “Sinceramente, rimaniamo in un inverno molto buio. I tassi di infezione sono aumentati, siamo fino a 3mila-4mila morti al giorno mentre ci avviciniamo a un tragico traguardo di 400mila morti negli Stati Uniti”, ha ricordato dal Delaware, tornando a fare appello ai cittadini a indossare la mascherina. Secondo il piano, un ruolo centrale sarà svolto dalle farmacie locali dove saranno resi disponibili i farmaci con l’obiettivo di garantire ai cittadini l’accesso alle dosi in luoghi vicino casa. Inoltre saranno attivati dei centri mobili per servire le comunità più isolate, nuove assunzioni sono attese nel settore sanitario e si lavorerà a livello statale per vaccinare gli over 65 oltre agli operatori in prima linea. Biden completa l’opera scegliendo il dottor David Kessler per guidare l’operazione Warp Speed, il programma per accelerare lo sviluppo di vaccini e trattamenti per il coronavirus. Ex capo della Food and Drug Administration durante le presidenze di George Bush e Bill Clinton, Kessler è stato un consigliere chiave di Biden per la strategia contro il virus. E non stupisce che il democratico voglia giocare sul sicuro vista la promessa fatta ai cittadini: “Nei primi cento giorni del mio mandato ci impegniamo a vaccinare 100 milioni di americani”. La gestione di Trump è stata “un triste fallimento” ed è tempo di voltare pagina con un piano che “sarà uno degli sforzi operativi più impegnativi che abbiamo mai intrapreso come nazione”. Intanto il dem continua ad aggiungere tasselli al suo team scegliendo la commissaria del dipartimento di emergenza di New York, Deanne Criswell, come amministratrice dell’Agenzia federale per la gestione delle emergenze e chiedendo all’ex vicedirettore della Cia David Cohen di tornare all’agenzia nello stesso ruolo che ha ricoperto durante l’amministrazione Obama.

Nel frattempo rimangono incerti i piani di Trump per il giorno dell’inaugurazione. Secondo quanto riferito da una fonte ad Associated Press, il magnate sembra avere intenzione di lasciare Washington in mattinata mercoledì stesso, destinazione Florida. Ad attendere il tycoon alla partenza ci sarebbe una cerimonia stile visita di Stato, con tanto di tappeto rosso e banda militare, alla Joint Base Andrews, base aerea del Maryland. E dal suo ormai ‘ex’ fedele Mike Pence, incassa il secondo schiaffo dopo l’annunciata partecipazione all’inaugurazione di Biden. Stando a quanto riporta il New York Times, Pence ha telefonato alla vice presidente eletta, Kamala Harris, per congratularsi con lei e offrire il suo aiuto proprio per la cerimonia di giuramento.

Tutto questo a quasi due settimane di distanza dall’assalto al Congresso. L’attacco a Capitol Hill continua a tormentare gli Usa. Secondo un documento redatto dai procuratori federali, alcuni rivoltosi coinvolti avevano intenzione di “catturare e assassinare” membri e funzionari eletti al Congresso. L’ipotesi dei procuratori è inclusa nel memo che punta a tenere in carcere Jacob Chansley, noto come Jake Angeli, lo sciamano di QAnon, diventato un simbolo dell’attacco, il quale ha chiesto la grazia al repubblicano tramite il suo avvocato. “Importanti prove, comprese le parole e le azioni di Chansley al Campidoglio, supportano la supposizione che l’intento dei rivoltosi era quello di catturare e assassinare funzionari eletti nel governo degli Stati Uniti”, è il pensiero dei procuratori. Stando a quanto emerso, lo sciamano si è arrampicato sul palco dove Pence aveva presieduto la riunione fino a poco prima e ha lasciato una scritta minatoria: “È solo questione di tempo, la giustizia sta arrivando”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata