Il fatto a 50 anni dal suicidio di Palach, che si diede fuoco per protestare contro l'invasione sovietica. Al momento non sono note né la sua identità né le sue motivazioni

Aveva due cartelli, uno in arabo e l'altro in caratteri latini, come pure delle croci cristiane e un altoparlante con della musica. Poi si è dato fuoco e ha provato a suicidarsi prima di venire salvato. È questo il gesto commesso venerdì pomeriggio da un uomo in piazza San Venceslao a Praga. Nello stesso luogo dove, nel gennaio di 50 anni fa, lo studente di filosofia Jan Palach si immolò in questo modo per protestare contro l'invasione sovietica che ad agosto del 1968 schiacciò il movimento riformatore della cosiddetta Primavera di Praga. 

"Non ci sono prove che l'atto sia stato una protesta o politicamente motivato", ha detto la portavoce della polizia di Praga, Andrea Zoulova. L'uomo ha riportato ustioni alla testa e alle mani ed è stato portato all'ospedale della città Kralovske Vinohrady, riferiscono polizia e soccorritori. "Ho pensato che fosse un fanatico religioso", ha riferito al sito di informazione Lidovky un passante che ha visto l'uomo prima dell'incidente. "L'ho visto, stava borbottando qualcosa, come una preghiera", ha raccontato un altro passante alla radio pubblica CRo1.

"Secondo le prime informazioni l'uomo, nato nel 1964, si è versato addosso del liquido infiammabile intorno alle 15 e si è dato fuoco", ha riferito su Twitter la polizia di Praga, aggiungendo che le fiamme sono state spente dai passanti. "I soccorritori hanno messo in coma artificiale il paziente, che ha riportato ustioni su circa il 30% del corpo, e l'hanno trasportato all'ospedale, dopo avere assicurato il funzionamento delle vie respiratorie", ha riferito sempre su Twitter la portavoce dei soccorritori, Jana Postova. Al momento non sono note né l'identità dell'uomo né le sue motivazioni.

 

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