Il jihadista francese Peter Chérif era vicino ai fratelli Kouachi, responsabili dell'attacco alla sede del giornale satirico parigino il 7 gennaio 2015. Verrà estradato in Francia
Il jihadista francese Peter Chérif, mente dell'attentato di Charlie Hebdo e legato ai fratelli Kouachi, responsabili dell'attacco alla sede del giornale satirico parigino il 7 gennaio 2015, è stato arrestato giovedì a Gibuti, nel Corno d'Africa, e verrà ora estradato in Francia. A darne la notizia è stato il sito francese Marianne.
Le informazioni sono state confermate da Le Parisien. L'uomo, 36 anni e noto anche come Abou Hamza, era uno dei terroristi più ricercati al mondo, in fuga dal 2011. Gli investigatori dovranno ancora capire il suo grado di coinvolgimento nell'attacco a Charlie Hebdo. Peter Chérif è infatti stato addestrato come camionista a Dammartin-en-Goële (Seine-et-Marne), il comune in cui i fratelli Kouachi si sono rintanati prima di essere uccisi dalla polizia.
L'attacco a Charlie Hebdo – Il 7 gennaio del 2015 i fratelli Saïd e Chérif Kouachi, francesi di origine algerina, fecero irruzione nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo, noto per le vignette su Maometto, e uccisero 12 persone. Fra loro volti noti del giornale come l'ex direttore Charb e i disegnatori Cabu, Wolinksi, Honoré e Tignous. Ne seguì una caccia all'uomo, che si concluse solo il 9 gennaio con l'uccisione dei Kouachi in un raid delle forze speciali francesi, dopo che i fratelli si barricarono in una tipografia a Dammartin en Goele. Intanto anche Amedy Coulibaly fece delle vittime: il giovane l'8 gennaio uccise una poliziotta a Montrouge, vicino Parigi, e poi il 9 gennaio si barricò nel supermercato Hypercacher di Porte de Vincennes a Parigi, prendendo degli ostaggi. Gli attacchi dei fratelli Kouachi e di Coulibaly erano legati: il giovane chiese infatti la liberazione dei fratelli in cambio del rilascio degli ostaggi dell'Hypercacher. Il bilancio della crisi degli ostaggi al supermercato fu di quattro morti e anche Coulibaly fu ucciso.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata