Sale il bilancio delle vittime sull'isola di Sulawesi. Dispersi tre francesi e un sudcoreano

Mentre il bilancio delle vittime di un terremoto seguito da uno tsunami  è arrivato a 832 morti e sembra destinato a salire, l'Indonesia corre contro il tempo per salvare eventuali sopravvissuti e sotterra i cadaveri per evitare la diffusione di malattie. La devastazione peggiore è stata a Palu, dove le autorità credono che almeno 50 persone restino sotto le macerie di un hotel crollato, dove sabato si sentivano voci che chiedevano aiuto e pianti di bambini. Ma altre zone restano irraggiungibili, rendendo difficile prevedere la dimensione del disastro.

"Il numero delle vittime continuerà ad aumentare", ha affermato il portavoce dell'agenzia per la gestione dei disastri, Sutopo Purwo Nugroho. "Inizieremo le sepolture di massa delle vittime, per evitare la diffusione delle malattie", ha anche spiegato. I soccorritori intanto corrono contro il tempo per tentare di salvare altri superstiti intrappolati, mentre fanno i conti con la mancanza di corrente elettrica e di equipaggiamenti.

I sopravvissuti affrontano la terza notte all'aperto, mentre i saccheggi dei negozi proseguono nel contesto di scarsità di alimenti e acqua potabile. La polizia presente non interviene e il governo non ha potuto fare altro che promettere un rimborso ai proprietari. Gli obitori scarseggiano e i cadaveri restano all'aperto, in pieno sole, parzialmente coperti in attesa di essere riconosciuti e reclamati dalle famiglie.

L'agenzia per i disastri ha anche specificato che si ritiene 71 stranieri (bilancio rivisto dal dato iniziale di 61) si trovassero a Palu: la gran parte è in salvo, mentre tre francesi e un sudcoreano sono dispersi. Forse si trovavano nell'hotel raso al suolo.

Il presidente Joko Widodo ha visitato la regione, esortando a lavorare "giorno e notte" per recuperare tutti coloro che possano ancora essere salvati. Ma il portavoce dell'agenzia dei disastri ha sottolineato che la forza delle braccia e l'impegno non sono sufficienti: "Le comunicazioni sono limitate, i macchinari anche, non è abbastanza per il numero di edifici crollati".

Tuttavia, almeno a Palu la situazione è chiara. Così non è nelle zone più difficili da raggiungere, dove la sorte di migliaia di persone ancora non è nota. Per il vice presidente Jusuf Kalla il bilancio delle vittime nel nord dell'isola di Sulawesi potrebbe arrivare a "migliaia" di morti, dopo che quelle aree saranno raggiunte. Le immagini satellitari hanno mostrato gravi danni ai porti, con navi trascinate sulla terraferma, ponti crollati, strade bloccate da frane. Varie ong internazionali sono intervenute, mentre l'Unione europea ha annunciato 1,5 milioni di euro in aiuti immediati.

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