L'annuncio all'assemblea dove è stato criticato il comportamento americano con gli immigrati dal Messico

Gli Stati Uniti si sono ritirati dal Consiglio Onu dei diritti umani accusando l'organizzazione di "ipocrisia" e di pregiudizio nei confronti di Israele. "Prendiamo questa decisione perché il nostro impegno non ci permette di fare più parte di un organismo ipocrita e asservito ai propri interessi, che fa dei diritti umani oggetto di beffa", ha dichiarato l'ambasciatrice Usa all'Onu, Nikki Haley, in conferenza stampa insieme al Segretario di Stato, Mike Pompeo. "Per troppo tempo, il Consiglio per i diritti umani ha protetto gli autori di violazioni dei diritti umani stessi ed è stato un pozzo nero di pregiudizi politici", ha aggiunto.

Haley e Pompeo hanno insistito sul fatto che gli Stati Uniti sarebbero rimasti un araldo dei diritti umani nel mondo. Per molti, invece, questa decisione riflette la sfiducia del governo americano verso gli organismi multilaterali.

La decisione arriva all'indomani delle critiche dell'Alto commissario Onu per i diritti umani Zeid Ra'ad Al Hussein alla politica "inammissibile" e crudele delle autorità americane sulla separazione dei bambini dai genitori migranti alla frontiera con il Messico. Ma Haley e Pompeo hanno sottolineato che la decisione è stata presa dopo un lungo anno di sforzi per far riformare il Consiglio e per far rimuovere gli stati membri che a loro volta commettono abusi. 

In particolare, l'attenzione del Consiglio sul comportamento israeliano nei confronti dei palestinesi nel territorio che occupa in Cisgiordania e a Gaza ha fatto infuriare Washington, ma anche l'atteggiamento nei confronti di stati come Venezuela e Cuba.

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