I dubbi del segretario di Stato americano a due giorni dallo storico incontro tra Trump e Kim
Il vertice a Singapore sarà anche andato "molto bene", ma le incertezze sul processo di smantellamento delle armi nucleari da parte della Corea del Nord restano. Due giorni dopo lo storico summit fra Kim Jong-Un e Donald Trump, il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, riconosce infatti che esistono dei "rischi" di non arrivare alla denuclearizzazione del Paese. Mentre a Singapore il presidente Usa aveva dichiarato martedì che il percorso sarebbe cominciato "molto rapidamente", il suo titolare degli Esteri è parso meno categorico parlando oggi a Pechino con il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi: "ci sono ancora dei rischi di non arrivare" alla denuclearizzazione e c'è "ancora molto lavoro da fare", ha ammesso.
I due leader al termine dello storico incontro hanno firmato un documento congiunto, contenente quattro punti chiave: vengono previste "nuove relazioni" tra i due Paesi, "unendo gli sforzi per costruire un duraturo e stabile regime di pace nella penisola coreana. Kim si impegna nella restituzione delle spoglie dei soldati americani che morirono in guerra nel territorio nordcoreano e Trump, dal canto suo, promette di fornire garanzie di sicurezza a Pyonyang.
Il punto sulla denuclearizzazione è, ovviamente, quello più controverso: viene ribadito l'impegno assunto da Kim quando incontrò il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, di liberare la penisola coreana dalle armi nucleari. Una formula vaga, priva di dettagli e specifiche, che alimenta, appunto, lo scetticismo su un effettivo raggiungimento dell'obiettivo.
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