La decisione presa sulla causa di un cittadino romeno che si era visto negare il permesso di soggiorno per suo marito americano

La nozione di "coniuge" comprende anche i membri delle coppie omosessuali e, quindi, i coniugi dello stesso sesso. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia dell'Unione Europea (con sede in Lussemburgo) che ha deciso in questo senso su una causa relativa alla libertà di soggiorno dei cittadini Ue e dei loro familiari.

La questione era stata sollevata dal signor Relu Adrian Coman (cittadino romeno e, quindi, comunitario) e da suo marito, mr. Robert Clabourn Hamilton, cittadino americano. I due hanno convissuto a lungo negli Stati Uniti e, nel 2012, si sono sposati a Bruxelles dove il matrimonio omosessuale è riconosciuto. Il problema è nato quando Coman ha chiesto alle autorità romene un permesso di soggiorno superiore ai tre mesi per Hamilton, utilizzando il diritto alla libera circolazione che permette al coniuge di un cittadino della Ue di raggiungerlo liberamente nello stato dell'Unione in cui risiede.

La risposta delle autorità romene è stata negativa. La Romania non riconosce i matrimoni omosessuali e, quindi, per la coppia in questione non valeva il principio della libera circolazione. Coman e Hamilton si sono rivolti a un tribunale e, nel corso del procedimento, è emersa una questione di costituzionalità che è stata sottoposta alla Corte Costituzionale romena (Curtea Constitutionala). La Suprema Corte romena si è rivolta alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea e, oggi, è arrivata la sentenza.

La sostanza del pronunciamento è la seguente: "Anche se gli stati membri sono liberi di autorizzare o meno il matrimono omosessuale, non possono però ostacolare la libertà di soggiorno di un cittadino dell'Unione rifiutando di concedere al suo coniuge dello stesso sesso, cittadino extracomunitario, un diritto di soggiorno derivato sul territorio dello Stato in questione".

In parole, povere, la Corte Europea, ha stabilito che non si può riconoscere un diritto di cittadinanza o di soggiorno "derivato" per il signor Hamilton, ma ha affermato che, in base all'art.21 (paragrafo 1) del Trattato sul funzionamento dell'Unione può essere riconosciuto un diritto simile al soggiorno al coniuge di un cittadino europeo. L'art. 21 del trattato, infatti, è quello che stabilisce per i cittadini Ue il diritto fondamentale e individuale di circolare e soggiornare liberamente nel territorio di tutti gli stati membri. La Corte Europea, dunque, riconosce il diritto del signor Coman di soggiornare in Romania e ammette (e questo è la grande novità) che per Coman, essere costretto a vivere in Romania senza suo marito non sarebbe giusto.

Nel riconoscere un diritto di soggiorno a Hamilton per non ledere a Coman un diritto di libera circolazione, la Corte ha ammesso implicitamente che la nozione di "coniuge" riguarda anche i cittadini dello stesso sesso. Insomma, Coman avrebbe avuto il diritto di portare sua moglie a soggiornare in Romania con lui. Lo stesso diritto, in questo caso, ce l'ha per suo marito.

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