Il veicolo era entrato illegalmente dal confine con la Bosnia

La polizia della Croazia ha aperto il fuoco contro un van che trasportava migranti, che si sarebbe rifiutato di fermarsi, e ha ferito gravemente due bambini di 12 anni, provenienti da Iraq e Afghanistan. Lo riferisce ad AFP il portavoce della polizia croata, Elis Zodan, precisando che la sparatoria è avvenuta intorno alle 22 di mercoledì, dopo che il veicolo era entrato illegalmente dal confine con la Bosnia. La polizia ha aperto il fuoco e poi ha scoperto 29 migranti illegali nel van, compresi due bambini, che sono stati ricoverati in ospedale a Zadar, nel sud, e ora sono in condizioni stabili, ha aggiunto il portavoce. I due minorenni non sono in pericolo di vita.

A bordo del furgoncino c'erano in totale 15 bambini. Secondo quanto riferisce la polizia croata, il conducente del van è fuggito in mezzo ai boschi ed è ancora ricercato. Il portavoce non ha fornito dettagli sul tipo di ferite riportate dai due bambini, limitandosi a dire appunto che sono stati "gravemente feriti" ma che sono "in condizioni stabili" nell'ospedale di Zadar. Stando sempre al racconto del portavoce della polizia, il veicolo ha oltrepassato illegalmente la frontiera e si è rifiutato per due volte di rispettare le richieste degli agenti di fermarsi. "Il conducente si è lanciato sulla polizia" e "ha provato due volte a forzare il posto di blocco", ha dichiarato il portavoce.

Croazia, Ungheria e Bulgaria – primi Paesi dell'Ue sulla rotta dei migranti che passa per il Balcani – sono stati spesso criticati per la violenza del trattamento riservato dai poliziotti ai migranti stessi. "La violenza contro i bambini e i giovani che provano a lasciare la Serbia oggi è una costante ed è nella maggior parte dei casi esercitata dai poliziotti alle frontiere degli Stati membri dell'Unione europea", aveva denunciato a ottobre la missione di Medici senza frontiere (Msf) in Serbia. Diverse centinaia di migliaia di persone hanno intrapreso la rotta dei Balcani nel 2015 prima che l'Unione europea non decidesse di chiudere loro le frontiere a marzo del 2016. A centinaia, tuttavia, continuano ogni giorno a tentare di superare le frontiere in modo irregolare, in condizioni spesso estremamente pericolose.
 

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