Battuto al ballottaggio lo sfidante Jiri Drahos
La Repubblica Ceca conferma alla presidenza Milos Zeman. Il capo di Stato uscente, populista filorusso di 73 anni, la cui campagna è stata incentrata contro l'immigrazione, è stato rieletto per un secondo mandato da cinque anni. Dai risultati completi del ballottaggio, che si è svolto venerdì e sabato, emerge che ha ottenuto il 51,36% dei voti, battendo lo sfidante 68enne Jiri Drahos, pro-Ue, ex professore di ingegneria chimica, che si è fermato al 48,63%. Secondo la tv ceca, l'affluenza di questo secondo turno (il primo si era svolto il 12 e 13 gennaio) si è attestata al 66,6%, la più alta mai registrata dalle elezioni parlamentari del 1998.
"Cinque anni fa sono stato scelto da 2,7 milioni di elettori, ora da 2,8 milioni", ha dichiarato Zeman, comparendo sorridente e in piena forma davanti ai giornalisti. "Questa fiducia dei cittadini della Repubblica Ceca mi riempirà di energia nei cinque anni a venire e sono convinto che questa fiducia non verrà delusa", ha assicurato. Poi, tornando alla politica attuale, Zeman ha lasciato intendere che il suo alleato Andrej Babis, premier, potrà guidare a lungo il suo governo dimissionario in attesa di formarne un altro: "Dal momento che sono stato rieletto, non vedo alcuna ragione di mettere pressione ad Andrej Babis per una scadenza a breve per la nomina del suo governo", ha detto, ritrovando poi i suoi toni populisti per prendersela con i giornalisti. "Mi sono convinto in realtà che non solo l'intelligenza dei giornalisti, ma anche quella di alcuni politici è notevolmente più bassa rispetto a quella dei cittadini normali", ha dichiarato. Stile nettamente diverso da quello dell'avversario Drahos, il quale ha ammesso la sconfitta e si è complimentato con il rivale, sottolineando tuttavia che il risultato era "molto vicino".
"Non abbiamo vinto ma non abbiamo neanche perso", ha detto l'ex numero uno dell'Accademia delle scienze. "Sono molto contento di quest'ondata di energia venuta fuori in queste elezioni presidenziali, che non scomparirà", ha affermato. E poi ancora: "Prometto che continuerà a portare avanti questa energia e questa speranza, non lascio la vita pubblica", ha detto prima di intonare l'inno nazionale.
L'esito venuto fuori dalle urne riflette una società spaccata a metà: da una parte le zone rurali e dall'altra le città, da una parte i populisti e dall'altra i liberali. Zeman ha beneficiato soprattutto del sostegno degli ambienti rurali e degli artigiani, mentre Drahos era il candidato preferito degli ambienti intellettuali e delle grandi città. Ma a spaccare è stato soprattutto il tema dell'immigrazione. Zeman, 73 anni, ex comunista filorusso, è noto per le sue posizioni anti-islam e pro Cina, e ha fatto del suo atteggiamento anti Ue un cavallo di battaglia, in particolare schierandosi a fianco di altri Paesi dell'Est Europa come Polonia e Ungheria nella lotta contro Bruxelles sulle quote obbligatorie di redistribuzione dei migranti. Una volta nel 2015 definì la crisi dei migranti "un'invasione organizzata" dell'Europa, sostenendo che è "impossibile integrare" i musulmani. I cartelloni di questa campagna elettorale di Zeman solleticavano gli elettori proprio sulla questione dell'immigrazione: 'Fermate gli immigrati e Drahos. Questo è il nostro Paese. Votate Zeman!', si leggeva. Il tutto nonostante il Paese, che conta 10,6 milioni di abitanti, abbia ricevuto soltanto 12 migranti in base al sistema delle quote Ue.
Quanto a Drahos, la differenza sta tutta nello slogan elettorale che ha scelto: "La decenza è una forza". Ex capo dell'Accademia ceca delle scienze e chimico qualificato, è un centrista dai modi gentili, che i critici hanno però ribattezzato fiacco. Ritiene che Praga debba "giocare un ruolo più attivo nell'Ue" e ha sostenuto l'adozione dell'euro. Anche lui è critico nei confronti del sistema Ue delle quote obbligatorie di migranti, ma sostiene che la Repubblica Ceca sia sufficientemente forte da accettare i 2.600 rifugiati che le sono assegnati, posizione che ha attirato su di lui il disprezzo sui media pro Zeman e sui social network.
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