Isis rivendica. L'organizzazione: "Sospese le nostre attività in tutto il Paese"

È di tre morti e 27 feriti il bilancio di un attacco di uomini armati alla sede di Save the Children a Jalalabad, nell'est dell'Afghanistan. Intorno alle 9:10 (ora locale) di mercoledì un'autobomba è esplosa all'ingresso della sede dell'Ong nel distretto di polizia tre e un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nell'ufficio, ha fatto sapere Attaullah Khogyani, il portavoce del governatore del Nangarhar, la regione al confine con il Pakistan in cui si è verificato l'attentato. Le vittime, secondo il governo locale, sono due guardie di sicurezza dell'ong e un civile. L'organizzazione ha annunciato la sospensione delle sue attività in tutto l'Afghanistan. "In risposta a questo, tutti i nostri programmi in Afghanistan sono stati temporaneamente sospesi e i nostri uffici chiusi", ha affermato un portavoce. 

Il gruppo terroristico Stato islamico ha rivendicato la responsabilità dell'attacco tramite il suo organo di propaganda, Amaq. Nel comunicato si legge che "tre martiri hanno partecipato all'attacco contro le fondazioni britanniche e svedesi e le istituzioni governative afghane", riferimento allo Swedish Comittee per gli affari umanitari e al ministero afghano delle Donne, situati nei pressi della sede dell'ong. 

Un testimone che si trovava all'interno del compound, Mohammad Amin, ha detto ad Afp di aver udito una forte esplosione. "Siamo scappati e ho visto un uomo armato colpire il cancello principale con una granata. Mi sono buttato dalla finestra", ha raccontato. "Potrebbe essere un attacco più complesso: ho sentito colpi di arma da fuoco arrivare da dentro gli uffici", ha detto un altro testimone. I media afgani mostrano una colonna di fumo nero alzarsi dall'edificio e quello che sembra essere un veicolo in fiamme. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata