Le vittime nella città storica della zona centrale. Il presidente Usa: "Obama gli ha dato soldi per niente". La replica da Teheran: "Pensi ai suoi affamati"

Nove morti nella quinta notte di scontri e disordini in Iran (21 in totale). Le vittime sono concentrate nella regione di Isfahan (o Esfahan), città storica di quasi due milioni di abitanti nell'area centrale del Paese. Lo riferiscono i media locali e la protesta non accenna a diminuire nonostante le mosse del regime per reprimere le manifestazioni di profondo dissenso, le più forti da diversi anni.

E dagli Stati Uniti arriva un altro pesante attacco di Trump che definisce il regime iraniano "Brutale e corrotto". Trump ha iniziato la sua giornata molto presto con un tweet del seguente contenuto: "Il popolo dell'Iran sta finalmente agendo contro un regime corrotto e brutale". E poi: "Tutti i soldi che il presidente Obama ha stupidamente dato loro sono andati al terrorismo e nelle loro 'tasche'. Il popolo ha avuto poco cibo, molta inflazione e nessun diritto umano. Gli Stati Uniti guardano!". E dal governo iraniano arriva una replica altrettanto "tranchant" con l'invito a pensare alla fame negli Stati Uniti: "Invece di perdere tempo inviando tweet inutili e insulti contro altri popoli, (Trump) farebbe meglio ad occuparsi dei problemi interni al Paese, in particolare degli assassinii quotidiani di decine di persone e dei milioni di affamati e senza fissa dimora" negli Stati Uniti. Lo ha dichiarato Bahram Ghassemi, portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, citato dai media locali.

I riformisti contro la repressione – E scendono in campo anche i riformisti iraniani, riuniti nella 'Associazione dei 'chierici combattenti', hanno condannato le violenze legate alle manifestazioni di piazza, accusando gli Stati Uniti di spingere le rivolte ma allo stesso tempo chiedendo al governo Teheran di risolvere le questioni economiche alla base della protesta: "Senza dubbio, il popolo iraniano deve affrontare difficoltà quotidiane…e ha il diritto a prostetare e porre richieste in maniera pacifica", si legge in una nota della formazione dell'ex presidente Mohammad Khatami. "Ma gli eventi degli ultimi giorni hanno mostrato che gli opportunisti e chi vuole creare problemi hanno sfruttato le dimostrazioni", al tempo stesso "insultando i nostri sacri valori nazionali e religiosi". Khatami è stato alla guida del Paese dal 1997 al 2005, gli è stato poi imposto di stare lontano dalla vita pubblica per aver guidato le manifestazioni del 2009.
 

Teheran – Piccoli gruppi di manifestanti hanno attraversato le strade di Teheran lunedì sera, prima che una pesante presenza della polizia ripristinasse la calma, hanno riferito le agenzie locali. Gli arresti, nella sola capitale, sono fino ad oggi circa 450.  I disordini sono rimasti concentrati sulle città e le città provinciali, anche se un minor numero di video sui social media ha suggerito una minore attività in molte aree.

La televisione di stato ha detto che un poliziotto è stato ucciso e altri tre sono stati feriti dal fuoco dei fucili da caccia nella città di Najafabad, nell'Iran centrale. Le ultime dimostrazioni sono arrivate nonostante il monito del presidente Hassan Rouhani che la nazione non avrebbe trattato con "rivoltosi e criminali".

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