I jihadisti accusano gli Usa, ma la coalizione smentisce attacchi

Lo Stato islamico ha distrutto la moschea di Al Nuri di Mosul, nel nord dell'Iraq, dove il leader del gruppo, Abu Bakr al Bagdadi, proclamò la nascita del Califfato il 29 giugno 2014. Lo rendono noto i media locali spiegando che i militanti hanno piazzato esplosivi nel tempio del XII secolo mentre lasciavano la città. Lo confermano anche i militari di Baghdad precisando che nel pomeriggio le stesse forze si  trovavano a pochi passi dal luogo di culto nel centro storico.  Opposta la versione fornita dai fondamentalisti, che sul loro  organo di propaganda Amaq hanno puntato il dito contro le forze  della coalizione internazionale a guida Usa, che secondo loro "hanno bombardato la  moschea". Secca la smentita del portavoce della coalizione,  John Dorrian: "Non abbiamo effettuato nessun raid nella zona", 

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