Secondo la commissione Chilcot, invece, l'intervento militare in Iraq nel 2003 "non era l'ultima possibilità a disposizione"

"Il mondo era ed è un posto migliore senza Saddam Hussein". L'ex premier britannico Tony Blair si difende  dopo la pubblicazione delle conclusioni del rapporto Chilcot, sottolineando che molti credono abbia mentito, ma che le sue decisioni sull'intervento militare in Iraq furono prese "in buona fede". La scelta fu "la più difficile, la più grande e la più dolorosa" presa in qualità di premier britannico. "Mi assumo le responsabilità" delle decisioni, ha sottolineato, ma "le informazioni erano sbagliate. Esprimo più dolore, dispiacere e scuse di quanto possiate sapere". Le conseguenze dell'intervento, ha aggiunto, "si rivelarono più ostili, protratte e sanguinose di quanto potessimo immaginare". 

Il Regno Unito non tentò tutte le opzioni pacifiche, prima dell'intervento militare in Iraq nel 2003: quella "non era l'ultima possibilità a disposizione" di Londra. Questa l'accusa di Sir John Chilcot, a capo della commissione d'inchiesta britannica che porta il suo nome. Blair avrebbe presentato come certe alcune prove "non giustificate" sulla presenza di armi di distruzione di massa in Iraq da parte di Saddam Hussein

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