Dopo la vittoria nello Stato di New York magnate dichiara guerra al partito in vista della convention
Vittoria di Hillary Clinton e Donald Trump nello Stato di New York, che si avvicinano sempre più alla nomination. Ma da questa nuova tappa delle primarie emerge chiara una netta differenza fra i due: mentre l'ex segretaria di Stato conta sull'appoggio del partito democratico, il magnate newyorkese teme di non riuscire a portare a casa la nomination alla convention repubblicana che si terrà dal 18 al 21 luglio a Cleveland.La vittoria di Clinton sul senatore del Vermont Bernie Sanders è avvenuta per il 57,9% contro il 42,1%. Sanders, senatore del Vermont nato a Brooklyn, è riuscito a mobilitare buona parte degli elettori più giovani, ma Clinton ha portato a casa la tappa chiave in uno Stato variegato come quello di New York, in cui molto contano il voto di donne, ispanici e afroamericani. Con questa votazione la ex first lady passa complessivamente a 1.911 delegati e Sanders a 1.229 (per ottenere la nomination servono 2.283 delegati su 4.764). Ma al di là dei numeri quel che conta è il dato politico: il voto di New York aveva un forte valore simbolico, visto che Clinton è stata senatrice dello Stato e non vinceva alle primarie dal 22 marzo. Trump dal canto suo, 60 anni, ha riportato un enorme vantaggio sugli sfidanti John Kasich e Ted Cruz, ottenendo il 61% dei voti contro il 25% di Kasich e il 15% di Cruz.
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