Il presidente Varela annuncia maggior trasparenza, dalle liste emergono anche altri nomi tra cui quello dello stilista Valentino

Panama creerà una commissione indipendente per rivedere le pratiche finanziarie del Paese a seguito della fuga di notizie dallo studio legale panamense Mossack Fonseca nello scandalo noto come 'Panama papers'. "Il governo di Panama, attraverso il ministero degli Esteri, creerà una commissione indipendente di esperti nazionali e internazionali per valutare le nostre pratiche attuali e proporre l'adozione di misure che condividere con gli altri Paesi del mondo per rafforzare la trasparenza dei sistemi finanziari e legali", ha annunciato il presidente Juan Carlos Varela.  Nella sua breve dichiarazione alla televisione di Stato, Varela ha ribadito che Panama lavorerà con gli altri Paesi coinvolti dallo scandalo. "I governi seri e responsabili non negoziano l'adozione di obblighi internazionali attraverso i media ma lo fanno con la diplomazia e il dialogo serio, responsabile e costruttivo", ha aggiunto il presidente, facendo riferimento al Consorzio internazionale di Giornalisti investigativi (Icij) che hanno analizzato e divulgato i documenti dello studio legale panamense. Il ministro delle Finanze, Dulcidio De La Guardia, ha ammesso ha lo scandalo ha seriamente danneggiato la reputazione di Panama e ha fatto sapere che non è ancora chiaro chi farà parte della Commissione.

GINEVRA APRE INDAGINE La procura di Ginevra ha aperto un'indagine penale sul caso 'Panama papers' che ha rivelato l'uso di società off-shore da parte di alcune istituzioni legali e finanziarie anche della città svizzera. "Abbiamo deciso di aprire una procedure nel quadro della vicenda 'Panama papers' ma non posso dire di più", ha dichiarato Olivier Jornot, procuratore capo di Ginevra, citato dal quotidiano Tribune de Genève.

TRAI NOMI ANCHE BARBARA D'URSO. Il quotidiano l'Espresso dà una anticipazione dei nomi degli italiani coinvolti nel caso Panama Papers, che verranno rivelati con il numero in edicola venerdì 8 aprile.   Secondo quanto rivelato dal settimanale, che domani pubblicherà una lista di 100 connazionali:  ci sarebbero anche Carlo Verdone e lo stilista Valentino Garavani. Secondo il settimanale l'attore romano risulterebbe titolare di una offshore registrata a Panama, Athilith Real Estate; Valentino invece sarebbe associato a due sigle dell Isole Vergini britanniche.  Interpellato attraverso il suo avvocato, Verdone si è detto "sorpreso di essere accostato a una società con sede a Panama", e che "non ha idea dei motivi per cui sia stata costituita". Athilith, registrata nel 2009, secondo quanto ricostruisce 'L'Espresso' è stata liquidata nel 2014. I legali di Valentino hanno invece sottolineato che il loro cliente "è residente a Londra da oltre 10 anni".

Trai nomi anche quello della conduttrice Barbara d'Urso. Lo Studio Legale Rucellai&Raffaelli di Milano, in persona dell'avvocato Enrico Adriano Raffaelli, in nome e per conto di Barbara d'Urso, rende noto quanto segue in relazione alle notizie diffuse da L'Espresso circa pretesi 'affari offshore' della signora d'Urso. "La signora Barbara d'Urso, informata alcuni giorni fa dell'inchiesta condotta da L'Espresso, aveva diffidato formalmente a mezzo del proprio legale tale settimanale dal divulgare notizie che apparivano lacunose e gravemente lesive della sua immagine – si legge nel comunicato – . La sig.ra d'Urso, in particolare, nella lettera inviata aveva chiarito a L'Espresso che:

– la società in questione era stata aperta ai fini di un'operazione immobiliare che la Signora d'Urso intendeva compiere all'estero;  

– tale operazione non si era poi concretizzata;

– la società era conseguentemente sempre rimasta inattiva;

– la società era stata ufficialmente chiusa nel 2012.

 "Nella diffida si rilevava, pertanto, che la funzione cui era destinata la società e la non attualità dei fatti in questione – si legge nella nota dello studio legale – rendeva del tutto illegittima sotto ogni profilo la loro divulgazione da parte del L'Espresso, vieppiù in un contesto in cui la posizione della sig.ra d'Urso sarebbe stata strumentalmente ed in modo suggestivo accostata a condotte totalmente diverse, attuali e molto gravi, se non persino illecite". "La signora d'Urso deve riservarsi ogni azione nelle competenti sedi per tutelare la propria immagine e vedere riaffermata la verità dei fatti rispetto al gravissimo danno arrecatole dalla condotta posta in essere da L'Espresso", si legge ancora nella nota.

MONTEZEMOLO: NESSUN CONTO ESTERO.  "In merito alla società panamense e al relativo conto bancario associati al mio nome in questi giorni, ho avuto modo di ricostruire, allo stato, – trattandosi di nove anni fa (periodo in cui ero fortemente impegnato, tra l'altro, in Confindustria, Fiat e Ferrari) – che gli stessi mi furono proposti dai miei consulenti finanziari di allora in vista di investimenti che non furono poi mai realizzati. Come già dichiarato posso quindi confermare che non possiedo alcuna società off shore né alcun conto estero e, soprattutto, che non ho commesso alcun illecito". Questo il testo della dichiarazione letta dal vicepresidente di Unicredit, Luca Cordero di Montezemolo, subito dopo l'apertura dei lavori del cda della banca a Milano.
 

PUTIN: USA DIETRO FUGA NOTIZIE. Gli Stati Uniti sarebbero dietro la fuga di notizie dallo studio legale di Panama con l'obiettivo di destabilizzare la situazione sociale e politica della Russia. Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin ricordando che l'Occidente non perdona l'indipendenza della politica estera del Cremlino, in particolare in Siria e in Ucraina. "Ciò che più preoccupa gli Stati uniti è l'unità del nostro popolo, della nazione russa", ha aggiunto.

PADRE CAMERON CHIESE INFORMAZIONI SU PARADISI FISCALI. Ian Cameron, il padre del premier britannico, David Cameron, aveva chiesto un parere legale su quali fossero i migliori paradisi fiscali per trasferirvi la sua società Blairmore Holdings In eludendo così il fisco britannico. È questa l'ultima rivelazione del Guardian sul caso 'Panama papers'. Secondo il quotidiano britannico, che ha avuto accesso ai documenti, nel marzo 2008 Ian Cameron contattò lo studio legale di Londra Simmons & Simmons per conoscere i vantaggi e gli svantaggi di spostare la società con sede a Panama alle isole Cayman o alle Bermuda. 

 

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