Ginevra (Svizzera), 31 dic. (LaPresse/EFE) – Con almeno 3.77i morti nel Mediterraneo il 2015 risulta essere l’anno più sanguinoso per i migranti. Lo rende noto l’Organizzazione mondiale per le Migrazioni (Oim) in un rapporto pubblicato oggi. Nel 2014 furono 3.270 le persone morte in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa scappando da guerre e carestie. Gli arrivi via mare sono stati nel 2015 996.645. In totale, l’Oim stima che nel 2015 i migranti morti in tutto il mondo siano stati circa 5.350. Il mese più tragico è stato aprile, quando morirono circa 1.250 migranti: solo 800 persone annegarono per un naufragio al largo delle coste della Libia.

Secondo il rapporto, il 77 percento delle morti (circa 2.892 persone, a fronte di 152.864 arrivi) si è verificato nel Mediterraneo centrale, vale a dire nella rotta che collega la Libia all’Italia e Malta. 805 persone, circa il 21% del totale, sono morte nel Mediterraneo orientale, in Turchia e in Grecia. Nella rotta che collega il Maghreb alla Spagna sono stati registrati invece 74 decessi. Dopo il Mediterraneo, la rotta più rischiosa per i migranti è quella nel Golfo del Bengala, mare di Andaman verso Malaysia e Thailandia (circa 800 morti nel 2015). Tra Usa e Messico i morti sono stati almeno 330.

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