Parigi (Francia), 13 dic. (LaPresse/EFE) – Un mese dopo gli attacchi che hanno ucciso 130 persone, oggi Parigi ricorda la tragedia, mentre gli investigatori continuano le indagini per identificare tutti i terroristi.

La Francia ha ripreso la vita normale e solo lo stato di emergenza, decretato dal governo dalla notte degli attacchi, rompe la consueta quotidianità.

In concomitanza con il ballottaggio per le regionali, un centinaio di persone si sono riunite oggi in una manifestazione organizzata da ‘Stop Daesh’ davanti alla Tour Eiffel per ricordare le vittime e invitare alla lotta contro lo Stato islamico.

La sala Bataclan, dove sono morte 90 delle 130 vittime, ancora una volta ha ricevuto molte manifestazioni di solidarietà sotto forma di biglietti, mazzi di fiori e candele di fronte all’ingresso, trasformandosi in un simbolico memoriale della violenza terrorista.

I cittadini sembrano aver integrato nella loro vita i vincoli posti dallo stato di emergenza, in particolare il divieto di manifestare.

A un mese dagli attacchi, l’89% dei francesi ha assicurato di non avere modificato le proprie abitudini, secondo quanto ha mostrato un sondaggio dall’istituto Bva. Tuttavia, la percezione che la Francia stia vivendo un alto livello di minaccia terroristica è grande ed è presente nel 94% degli intervistati. Solo il 42% ritiene però che la minaccia sia “molto alta”, rispetto al 70% della settimana dopo gli attacchi.

La campagna elettorale regionale e il vertice sul clima che si è chiuso ieri sera a Parigi hanno contribuito a rendere più lontane per i francesi le azioni terroristiche.

In parallelo, gli inquirenti stanno cercando di ricomporre il puzzle dei tre commandi che hanno commesso gli attentati in prossimità dello Stade de France a Saint Denis, in una serie di caffè e locali del centro e alla sala concerti Bataclan.

Al momento, sono stati individuati tre kamikaze del Bataclan – Samy Aminour, Ismael Omar Mostefai e Foued Mohamed Aggad- e due dei tre partecipanti al viaggio mortale attraverso i caffè di Parigi, Ibrahim Abdeslam e Abdelhamid Abaaoud, considerato anche la mente dell’operazione. Inoltre, è noto che due dei tre kamikaze dello Stade de France sono stati controllati in Grecia quando sono arrivati in Europa in un convoglio di profughi proveniente dalla Siria, anche se ci sono seri dubbi sulla loro identità.

Le autorità sono alla ricerca di Salah Abdeslam, fuggito in Belgio il giorno dopo gli attacchi in un’auto guidata da due amici fino al quaritere Molenbeek di Bruxelles, dove se ne sono perse le tracce. Secondo gli inquirenti, Salah avrebbe girato l’Europa per raccogliere le armi e gli esplosivi necessari a commettere gli attacchi ed, eventualmente, per cercare alcuni dei suoi complici.

Quanto a Abaaoud, ucciso dalla polizia nel blitz di Saint Denis prima che commettesse un altro massacro nel quartiere parigino della Defense, le sue tracce si trovano nell’isola greca di Leros, punto di ingresso in Europa per molti rifugiati. Lo hanno riferito i servizi segreti marocchini ai francesi, secondo il quotidiano Le Parisien in cui si afferma che gli investigatori ritengono che la mente degli attentati si sia recato lì per cercare alcuni dei suoi complici.

Nel frattempo, con lo stato di emergenza, che consente alla polizia di condurre perquisizioni senza controllo giudiziario, sono state smantellate molte cellule jihadiste, considerate potenziali organizzatrici di attentati mai il cui grado di pericolo non è stato determinato.

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