Dubai (Arabia Saudita), 22 nov. (LaPresse/Reuters) – Un tribunale iraniano ha condannato il giornalista del Washington Post, Jason Rezaian, a una pena detentiva non specificata. Lo riporta l’agenzia di stampa statale Irna, citando il portavoce giudiziario. “La condanna a una pena detentiva è nella sentenza di Jason Rezaian ma non posso fornire ulteriori dettagli”, ha dichiarato il portavoce, Gholamhossein Mohseni Ejei, citato da Irna, durante una conferenza stampa a Teheran.

L’11 ottobre, ha detto Ejei, Rezaian, giornalista con cittadinanza sia statunitense sia iraniana, era stato condannato, senza fornire dettagli ma aggiungendo che Rezaian aveva 20 giorni di tempo per presentare ricorso contro il verdetto. Rezaian, che è stato arrestato nel luglio del 2014, era stato accusato di spionaggio.

A Washington, il portavoce del Dipartimento di Stato, John Kirby, ha confermato ai giornalisti di essere a conoscenza della relazione dell’Irna. Non è ancora chiaro il motivo per cui l’Iran non ha fornito i dettagli della sentenza contro il giornalista 39enne accusato di spionaggio.

Il Washington Post il mese scorso aveva rivelato che la sentenza, emessa poco dopo che Teheran aveva sollevato speranze di un disgelo nei rapporti con l’Occidente per trovare un accordo nucleare con le potenze mondiali, è stata “vaga e imbarazzante”. Il quotidiano statunitense e la famiglia hanno sempre definito assurde le accuse mosse dall’Iran contro Rezanian. Secondo il Washington Post, la vaghezze delle dichiarazioni del procuratore iraniano mostrano come il caso di Rezaian non sia legato allo spionaggio ma che il giornalista era diventato una merce di scambio in un “gioco molto più grande”.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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