Bruxelles (Belgio), 26 ott. (LaPresse) – “Le scorse settimane hanno mostrato che le sfide attualmente in corso lungo la rotta migratoria balcanica non saranno risolte con azioni nazionali. Solo un approccio collettivo e transfrontaliero basato sulla collaborazione può avere successo”. E’ quanto si legge in una nota della Commissione europea, diffusa dopo l’incontro sulla crisi migratoria. I leader di Albania, Austria, Bulgaria, Croazia, Macedonia, Germania, Grecia, Ungheria, Romania, Serbia e Slovenia, si legge, hanno trovato l’accordo su un piano in 17 punti. Hanno, afferma la nota, “concordato di migliorare la cooperazione e rafforzare la consultazione tra i Paesi lungo la rotta e deciso su misure operative pragmatiche che possano essere implementate già da domani”.

Le misure concordate sono diciassette. Prevedono la scambio continuo di informazioni e il coordinamento “per raggiungere il graduale, controllato e ordinato movimento delle persone lungo la rotta balcanica” e che “i movimenti dei rifugiati e migranti al confine di un altro Paese senza informare i Paesi vicini siano scoraggiati”. Sulla questione dell’accoglienza, prevedono di “aumentare la capacità per fornire rifugio temporaneo, cibo, salute, acqua e igiene”, mentre la Grecia aumenterà a sua capacità di accoglienza a 30mila posti entro la fine dell’anno e sostenere l’Unhcr nel fornire sussidi agli affitti e programmi di ospitalità familiare per almeno altri 20mila. I leader europei hanno anche concordato di “lavorare con l’Unhcr, che sosterrà l’aumento della capacità di accoglienza di 50mila posti lungo la rotta balcanica”. Prevista anche la collaborazione con le istituzioni finanziarie internazionali, “pronte a sostenere economicamente i Paesi che vogliono fare uso delle risorse”.

Sulla gestione congiunta dei flussi migratori, i leader europei si sono concentrati sul “garantire la piena capacità di registare gli arrivi, con il massimo uso dei dati biometrici”, sullo scambio di informazioni, “sull’aumento degli sforzi nazionali e coordinati per rispedire indietro i migranti che non hanno bisogno di protezione internazionale”, sulla collaborazione con i Paesi terzi.

Sui confini, il piano prevede l’aumento degli sforzi per la loro gestione, tra cui “finalizzare e applicare il piano d’azione Ue-Turchia”, rafforzare la collaborazione tra i Paesi e tra le agenzie e forze europee incaricate. Sarà anche “rafforzata l’azione contro i trafficanti di migranti e di esseri umani con il sostegno di Europol, Frontex e Interpol”, mentre è previsto un monitoraggio settimanale sull’applicazione del piano.

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