Kabul (Afghanistan), 25 ott. (LaPresse/EFE) – È salito ufficialmente a 30 morti il bilancio delle vittime del bombardamento Usa contro l’ospedale di Medici senza Frontiere a Kunduz, in Afghanistan, del 3 ottobre scorso. LO ha riferito a Efe una fonte dell’organizzazione.

Dieci vittime facevano parte del personale dell’organizzazione, 13 erano pazienti dell’ospedale, altri sette corpi invece sono stati recuperati dalle macerie ma non sono ancora stati identificati, secondo quando ha fatto sapere il portavoce di Msf in Afghanistan, Baikong Mamid. Potrebbero trattarsi di un dipendente e altri due pazienti che risultano dispersi dal giorno dell’attacco. Mamid ha ricordato che nel bombardamento sono rimasti feriti altri 27 dipendenti dell’organizzazione e molti pazienti e che il raid ha ridotto parte della struttura di Kuduz a un cumulo di macerie.

L’organizzazione, che ha chiesto un’indagine indipendente sull’incidente, ha dichiarato che l’ospedale non riaprirà fino a quando i dettagli di quanto successo non saranno chiariti e non verranno rilasciate garanzie di non essere più bersaglio di bombardamenti. Due settimane fa, Msf ha annunciato che la Commissione internazionale umanitario di Ginevra aveva attivato un’inchiesta indipendente sul bombardamento, un primo passo verso la verità nella speranza che Washington e Kabul accordassero l’avvio di un procedimento.

Il Pentagono ha risposto venerdì scorso spiegando che la pubblicazione dei risultati dell’indagine Nato sull’incidente subirà ritardi rispetto alla data prevista della settimana prossima.

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