di Matteo Bosco Bortolaso

Roma, 14 ott. (LaPresse) – Il sistema di Dublino, definito “superato” dal premier Matteo Renzi e “obsoleto” dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, è quel complesso di norme, nato dapprima come convenzione, cioé come trattato multilaterale, ed entrato poi in regolamenti dell’Unione europea, è tuttora in vigore. Le regole di Dublino determinano lo Stato competente per l’esame di una domanda di asilo presentata in uno degli Stati dell’Unione europea.

Il regolamento si basa sul principio che un solo Stato membro – quasi sempre quello in cui ha luogo il primo ingresso del richiedente asilo – è competente per l’esame della domanda di asilo. L’obiettivo è di evitare che i richiedenti asilo siano rimbalzati da un Paese all’altro, ma anche di prevenire l’abuso del sistema con la presentazione di domande multiple da parte di una sola persona.

Gli esperti legali della Commissione europea spiegano che “lo Stato membro che ha rilasciato al richiedente asilo un permesso di soggiorno, oppure un visto valido, è competente per l’esame della domanda d’asilo”. Nel caso in cui “il richiedente è titolare di più permessi o visti, è considerato competente, ai fini dell’esame, lo Stato che ha rilasciato il documento che conferisce il diritto di soggiorno più lungo”.

Tutto parte quindi dalla Convenzione di Dublino, il trattato multilaterale firmato nella capitale irlandese il 15 giugno 1990. All’epoca, la maggiore preoccupazione era per i migranti provenienti dai Paesi dell’Europa dell’Est, che si stava sgretolando e che sarebbero entrati nell’Ue soltanto nel 2009. L’entrata in vigore è del settembre 1997 per i primi 12 stati firmatari (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Regno Unito), nell’ottobre 1997 per Austria e Svezia e il primo gennaio 1998 per la Finlandia.

Il regolamento 2003/343, adottato 13 anni dopo la prima firma, ha sostituto la Convenzione ed è chiamato, per questo, Dublino II. Il regolamento è entrato in vigore in tutti gli Stati comunitari, con l’eccezione della Danimarca che ha inizialmente opposto il cosiddetto ‘opt-out’. Un apposito accordo ha poi incluso Copenaghen nel 2006, mentre un protocollo separato ha esteso l’accordo a Islanda e Norvegia.

Un ulteriore regolamento, il 2013/604, approvato due anni fa, ha sostituito Dublino II. Attualmente in vigore, sempre con eccezioni per la Danimarca, Dublino III si basa sullo stesso principio: il primo Stato membro in cui vengono memorizzate le impronte digitali o viene registrata una richiesta di asilo è responsabile per tale rifugiato.

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