di Fabio De Ponte

Roma, 7 ott. (LaPresse) – “Abbiamo deciso di contrastare con forza Daesh. Questo è il punto. Gli assetti che abbiamo dato finora sono importanti. Abbiamo aggiunto a questo i carabinieri. Ma la coalizione e il governo iracheno stanno dicendo ‘dobbiamo essere più forti e più determinati nella lotta all’Isis’. Questo è un obiettivo che condividiamo. Ma quali saranno nuovi e diversi assetti non l’abbiamo ancora stabilito. Non c’è un orientamento già preso dal Governo, altrimenti sarebbe stato comunicato in Parlamento”. Scandisce le parole la ministra della Difesa Roberta Pinotti, nel corso della conferenza stampa congiunta con l’omologo Usa, il segretario Ashton Carter. Una conferenza stampa molto attesa, dopo le indiscrezioni che davano per presa una decisione da parte del Governo sui bombardamenti in Iraq con i Tornado italiani.

“NESSUNA CONNESSIONE TRA LIBIA E IRAQ”. A lasciar intendere che l’orientamento dell’esecutivo era quello di mettersi in prima fila, fu anche l’annuncio del premier Matteo Renzi all’Onu dieci giorni fa, quando disse che l’Italia era pronta ad assumere la guida della transizione in Libia per un governo di unità nazionale. Ma, ha spiegato oggi Pinotti, “non sono connesse le due cose”.

“SULLA SIRIA VALUTEREMO DOPO ASSAD”. La Siria poi non è presa neanche in considerazione dal Governo: “Noi ci auguriamo – ha detto Pinotti – non solo l’intensificazione degli sforzi anti-Isis ma anche che ci sia una transizione politica che consenta di avere una situazione diversa, riconosciuta e più chiara. In quel caso valuteremo, ad oggi la decisione dell’Italia resta quella di partecipare alla coalizione solo nell’area irachena”.

L’INVITO DI CARTER. Carter lancia solo un sottile invito, ma piuttosto generico, a fare di più: “L’Italia capisce bene l’esigenza di investire in personale umano e in capacità che sono richieste per mantenere la nostra difesa comune al fianco degli alleati Nato per fare fronte alle minacce da sud, da est e in tutto il mondo”.

LO SCONTRO USA-RUSSIA. La conferenza stampa è anche l’occasione per un botta e risposta a distanza però tra Russia e Usa. In giornata i media internazionali lanciano la notizia di un accordo tra Washington e Mosca per coordinare i bombardamenti in Siria. “Ci sono voci – dice Carter – di un accordo. Noi ritieniamo che la Russia stia seguendo la strategia sbagliata, continuano a colpire obiettivi non Isis. Al contrario di quello che dicono i russi, non abbiamo consentito di cooperare con la Russia e non lo faremo finché continueranno con questa strategia errata”.

A stretto giro arriva la risposta di Mosca, che ribalta l’accusa: “Abbiamo motivo di pensare”, dice il generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, che le forze aeree americane e della coalizione internazionale “non abbiano sempre colpito bersagli dei terroristi” dell’Isis. “I nostri partner di altri Paesi – aggiunge – che vedono nello Stato islamico un nemico reale che deve essere distrutto, ci aiutano attivamente dandoci dati su basi, magazzini, centri di comando e campi di addestramento”. C’è, ha concluso, “chi sembra avere un’opinione diversa”.

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