di Alessandro Di Liegro

Torino, 6 ago. (LaPresse) – L’Iran “non avrebbe neanche il tempo di pensare di lanciare una bomba atomica che già sarebbe completamente raso al suolo. Tutte le maggiori potenze hanno la bomba atomica o ne hanno la disponibilità. È inflazionata”. E’ l’analisi di Gianfranco Lizza insegna geografia politica ed economica presso la facoltà di Scienze politiche dell’università La Sapienza di Roma. Tante cose, spiega, sono cambiate rispetto a quel 6 agosto del 1945, nel quale gli Usa sganciarono l’ordigno nucleare su Hiroshima. All’epoca l’operazione “da un lato annichilì la resistenza nipponica, dall’altra bloccò la conquista dell’arcipelago giapponese da parte della Russia, decisa a Potsdam qualche giorno prima, lanciando un messaggio a Stalin”.

Oggi sarebbe tutto diverso. “La realtà – spiega l’esperto a LaPresse – è che se noi vogliamo equiparare la possibile deterrenza del nucleare oggi rispetto a settant’anni fa, la differenza è evidente”. Circa l’allarme del premier israeliano Benjamin Netanyahu, secondo il quale l’intesa di Teheran col 5+1 “porterà l’aumento del terrorismo e degli attacchi”, “il discorso – dice Lizza – è cercare di capire se Israele si senta davvero minacciata oppure faccia un discorso politico, per ottenere più armi, più capacità militare, più potenzialità dagli Stati Uniti per difendersi meglio, tutelarsi di fronte a un mondo musulmano in subbuglio e in piena rivoluzione”.

“È possibile che l’Iran, un giorno – continua – attraverso l’uso civile dell’energia nucleare si possa dotare di un’arma nucleare. Ma ammesso che ne abbia la disponibilità, qualcuno mi dovrebbe dimostrare come la possa usare senza essere distrutta”.

Certo, aggiunge, “gli equilibri ci sono e sono fermi dai tempi di Potsdam. Nessuno cambia la situazione, ognuno gioca il proprio ruolo. Nel mondo islamico, l’Iran ne ha uno, l’Arabia ne ha un altro, il Qatar ne ha un altro ancora. Poi ci sono la Turchia, che sta cercando di cambiare certi equilibri ma non lo può fare perché deve decidere con chi stare, e la Russia che deve affrontare la riduzione dei costi del greggio e la conseguente diminuzione del prezzo del gas, con il cambio di equilibrio in Ucraina che è stato dettato dagli Stati Uniti”. Ma l’uso dell’atomica è impensabile. Anche “nel momento in cui – conclude – è dilagato il virus del terrorismo, che fanno? Usano la bomba?”.

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