Wellington (Nuova Zelanda), 17 set. (LaPresse/AP) – Gli elettori nelle isole Fiji sono chiamati oggi alle urne per il primo voto in otto anni, nella speranza che la democrazia possa essere ripristinata nell’arcipelago. Secondo i sondaggi, il partito Fiji First del leader militare Voreqe Bainimarama è il favorito tra le sette fazioni che si sono presentate al voto e secondo alcuni osservatori c’è il rischio di brogli. Non è chiaro, tuttavia, se il partito di Bainimarama riuscirà a ottenere la maggioranza al Parlamento; altrimenti il primo ministro potrebbe essere costretto a creare una coalizione, una cosa a cui non è stato abituato negli ultimi otto anni al potere. Non c’è dubbio che il premier, che prese il potere con un colpo di Stato nel 2006, gode di un ampio consenso, rafforzato da alcune iniziative intraprese negli ultimi anni dal suo governo, tra cui l’ammodernamento della rete stradale.

ebbene sia un indigeno delle Fiji, Bainimarama è molto popolare tra la minoranza dei figiani i cui antenati arrivarono dall’India. Il leader militare ha promesso di creare una società più egualitaria; non ha riservato seggi al Parlamento agli indigeni e ha sciolto il potente Grande consiglio dei capi, un gruppo di indigeni che ereditavano le loro posizioni e godevano di molti privilegi. Il principale avversario di Fiji First è il partito Sodelpa guidato da Ro Teimumu Kepa, una capo tribù ed ex politica. Kepa ha annunciato durante la campagna elettorale di voler ripristinare la pace e l’armonia nel Paese, scosso negli ultimi trent’anni da diversi colpi di Stato. Se l’elezione riceverà un giudizio positivo degli osservatori internazionali, le Fiji potrebbero essere ammesse nuovamente nel Commonwealth delle nazioni ancora a settembre, quando i membri dell’organizzazione si riuniranno a New York.

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