Monrovia (Liberia), 17 set. (LaPresse/AP) – Una collaboratrice francese di Medici senza frontiere (Msf) ha contratto il virus Ebola mentre lavorava in Liberia e verrà presto rimpatriata. Lo rende noto la stessa ong, affermando che la donna ha mostrato ieri i primi sintomi della malattia. Il virus si diffonde tramite i contatti diretti dei fluidi corporei dei pazienti infetti, esponendo i collaboratori sanitari alla possibilità di contrarre il virus. Tuttavia Msf afferma che finora sono stati solo sei i suoi collaboratori che si sono ammalati, sebbene non sia chiaro in che modo sia successo. L’organizzazione ha oltre duemila persone che lavorano nella regione colpita dall’epidemia; 200 di loro provengono dall’estero.

Il basso numero di infetti nel personale di Msf è dovuto alle rigide norme anti-infezione applicate dalla ong. Una di queste prevede che ogni collaboratore che si occupa di un paziente sia aiutato da un collega, che lo osserva e si assicura di impedire le situazioni che creerebbero un rischio di infezione. Tale procedura è seguita sempre da Msf nonostante il personale disponibile nei centri di trattamento sia ridotto all’osso. “Msf adotta protocolli molto rigidi per la tutela del suo staff, prima durante e dopo la loro permanenza in un Paese in cui è in corso un’epidemia di Ebola”, ha detto Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di Msf. “Ciò riduce drasticamente il rischio di trasmissione della malattia. Tuttavia, il rischio fa parte dell’intervento sul territorio e purtroppo le nostre squadre non vengono risparmiate”, ha aggiunto.

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