Gaza (Striscia di Gaza), 21 lug. (LaPresse) – Dall’inizio dell’offensiva terrestre israeliana di giovedì scorso a Gaza è rimasto ucciso un bambino ogni 90 minuti, circa un quarto delle vittime complessive tra i civili, mentre si stima che adesso siano 72mila i minori che, avendo perso la casa o un familiare sotto i bombardamenti, hanno bisogno di assistenza psicologica. E’ l’allarme di Oxfam, che sta distribuendo a Gaza buoni per l’acquisto di beni alimentari e di prima necessità a 900 famiglie colpite dal conflitto.

100MILA SFOLLATI. “Le notizie che stanno arrivando di ora in ora dai nostri operatori al lavoro dentro Gaza sono sempre più gravi – spiega il responsabile emergenze umanitarie di Oxfam Italia, Riccardo Sansone -. Dopo l’impennata di attacchi di ieri, le persone che sono state costrette ad abbandonare le proprie case sono arrivate a 100mila, più di 70.000 persone hanno trovato rifugio nelle 44 scuole dell’Unrwa, mentre altre 28.000 si sono spostate da parenti, amici o in altre sistemazioni. Nel frattempo però la metà della popolazione che vive dentro Gaza, circa 900mila persone, non ha accesso ad acqua potabile e servizi igienici”.

“SCENARIO SURREALE, STRADE VUOTE E OSPEDALI PIENI”. “E’ uno scenario surreale: le strade vuote e gli ospedali pieni di morti e feriti – continua Ahmed Sourani -. La gente va avanti con cibo secco e carne in scatola. Il pane è diventato introvabile, e frutta e verdura sono carissime. I bisogni aumentano e, con loro, anche i prezzi. E’ una situazione insostenibile”. Ad aggravare infine il tragico quadro della situazione, il fatto che le famiglie a Gaza non hanno accesso a più 4 ore di elettricità al giorno. “In questo bagno di sangue – conclude Riccardo Sansone – è necessario e urgente che il Governo italiano e tutta la comunità internazionale intervengano immediatamente per fermare l’uso delle armi ed impedire che altri vittime innocenti perdano la vita”.

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