Pechino (Cina), 23 mag. (LaPresse/AP) – Il magnate cinese Liu Han e suo fratello Liu Wei sono stati condannati a morte per aver guidato un gruppo criminale attivo nella provincia di Sichuan e colpevole di omicidi e altri reati. Lo riporta l’agenzia di stampa nazionale cinese Xinhua. I due fratelli sono stati i primi due dei 36 membri della gang processati da un tribunale nella provincia centrale di Hubei per 15 capi d’accusa, tra cui omicidio, aggressione, detenzione illegale, ricatto e gestione di casinò. Secondo la procura, le attività criminali, iniziate nel 1993, hanno permesso al gruppo di raccogliere 40 miliardi di yuan (6,4 miliardi di dollari) in beni. Si crede che al caso sia legato Zhou Yongkang, ex membro del Comitato permanente del Partito comunista cinese, attualmente al centro di un’ampia indagine sulla corruzione.

Nel 2012 Liu Han, ex presidente della compagnia Sichuan Hanlong Group, si piazzò al 148esimo posto nell’elenco degli imprenditori più ricchi in Cina secondo la rivista Forbes, con una fortuna stimata in 855 milioni di dollari. Il presidente cinese Xi Jinping ha ordinato un giro di vite contro la corruzione, che ha permesso di esporre i legami tra imprenditori e politici influenti. Tra gli imputati nel caso di Liu Han ci sono tre funzionari della polizia e dell’ufficio della procura a Sichuan, che avrebbero ricevuto denaro e regali dal gruppo criminale.

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