San Salvador (El Salvador), 12 feb. (LaPresse/AP) – E’ tornato a El Salvador il pescatore naufrago nell’oceano Pacifico per 14 mesi, José Salvador Alvarenga. All’aeroporto di San Salvador, l’esausto 37enne non ha avuto la forza di parlare ai giornalisti che speravano in dettagli sulla sua storia. Il pescatore di gamberoni aveva raccontato di essere andato alla deriva per 6.500 miglia nel Pacifico, su una piccola barca con cui era partito per una battuta di pesca dal Messico. L’imbarcazione era stata sorpresa da una tempesta e quindi andata alla deriva per 14 mesi, per poi essere ritrovata alle isole Mashall. Alvarenga ha detto di essere sopravvissuto nutrendosi di pesce crudo, tartarughe e sangue degli uccelli. Con lui era partito un ragazzo di 15 anni, Ezequiel Cordoba, morto nel naufragio.

Il pescatore è stato portato via dall’aeroporto in sedia a rotelle, su una ambulanza che lo ha trasferito all’ospedale San Rafael dove ha rivisto la figlia e la madre. Il 37enne, quando due settimane fa è ricomparso sull’atollo Ebon, appariva in forze e appena scottato dal sole, ma i medici hanno stabilito che era gonfio, sofferente e disidratato. “La storia di José è una storia di fede, ma anche di lotta per vivere. Una storia di solidarietà e ricongiungimento”, ha dichiarato il ministero degli Esteri del Salvador.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata