Pechino (Cina), 6 gen. (LaPresse/AP) – Dennis Rodman è arrivato in Corea del Nord con altri ex giocatori dell’Nba, che si esibiranno mercoledì in una partita per il compleanno del leader Kim Jong Un. Ha dichiarato di voler dimostrare che il Paese non è “così male”. L’ex giocatore statunitense di basket, noto per le sue bizzarrie, è arrivato a Pyongyang da Pechino, accompagnato da una squadra di ex compagni di campo tra cui Vin Baker e Cliff Robinson, che sfideranno il team nazionale locale. Definisce la sua attività “diplomazia del basket”, attirandosi le critiche degli Stati Uniti. “Si tratta di tentare di mettere in connessione due Paesi nel mondo, di far capire alla gente: Sai cosa? Non tutti i Paesi del globo sono così cattivi, specialmente la Corea del Nord”, ha detto ad Associated Press in un’intervista, fuori dal suo albergo di Pechino, prima di partire per Pyongyang.

“La gente dice così tante cose negative sulla Corea del Nord, io voglio che le persone nel mondo vedano che non è così male”, ha aggiunto. Gli Stati Uniti sono in rapporti tesi con la Corea del Nord a causa del suo programma nucleare e Rodman è stato criticato anche per non aver dato spazio alla situazione dei diritti umani nel Paese, che secondo molti attivisti e critici è tra le peggiori al mondo.

Tra le denunce che riguardano il governo nordcoreano ci sono quelle di uso indiscriminato di omicidi, stupri, violenza e campi di prigionia, in cui vivono almeno 120mila persone considerate oppositori del leader Kim Jong Un, terza generazione del potere nelle mani della sua famiglia.

I cestisti americani giocheranno mercoledì, giorno del trentesimo compleanno di Kim Jong-un, contro una squadra nordcoreana, in occa.

Tra loro Kenny Anderson, Cliff Robinson, Vin Baker, Craig Hodges, Doug Christie, Charles D. Smith. “In qualche modo dobbiamo farcela e non importa quale disaccordo o discrepanza abbiamo nella vita”, ha dichiarato Rodman, l’americano di più alto profilo a fare visita al Paese da quando il padre di Kim Jong Un è morto nel 2011, aprendo al figlio la via verso il potere. “E’ come dire: perché abbiamo le Olimpiadi? Quando tutti vi prendono parte, non c’è problema. Questo sto facendo, questo è tutto ciò che sto facendo”, ha proseguito.

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