Londra (Regno Unito), 22 nov. (LaPresse) – C’è una “marea crescente di sorveglianza e censura” che minaccia il futuro della democrazia. L’allarme arriva dal padre di internet, Tim Berners-Lee, l’uomo che creò WorldWideWeb, il programma il cui nome divenne per sempre sinonimo della rete, un professore inglese che lavorava al Cern (Centro europeo per la ricerca nucleare). Le sue osservazioni si trovano nel rapporto annuale della fondazione World Wide Web, che si concentra sull’impatto del web sui meccanismi della censura in tutto il mondo. Nella sua classifica, la Svezia risulta prima in accesso alla rete, apertura e libertà, seguita da Norvegia, Regno unito e Stati uniti.

“Uno dei risultati più incoraggianti – spiega Berners-Lee – della classifica di quest’anno è come il web e i social media stiano spronando sempre di più le persone a organizzarsi, entrare in azione e denunciare gli illeciti in ogni parte del mondo”. “Ma alcuni governi – denuncia – si sentono minacciati e una marea crescente di sorveglianza e censura minaccia il futuro della democrazia”. Per Berners-Lee occorrono iniziative per proteggere il diritto alla privacy e assicurare agli utenti la libertà di comunicare online.

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