Rawalpindi (Pakistan), 20 ago. (LaPresse/AP) – L’ex presidente e capo dell’esercito pakistano, Pervez Musharraf, è stato formalmente incriminato per l’omicidio dell’ex primo ministro Benazir Bhutto, uccisa nel 2007 durante un comizio nella città di Rawalpindi. Tra i reati di cui è accusato, spiega il procuratore Chaudry Muhammed Azhar, ci sono omicidio e concorso in omicidio. Secondo la procura l’ex presidente non avrebbe fatto abbastanza per proteggere in modo adeguato Bhutto che allora era leader dell’opposizione.
Musharraf salì al potere nel 1999 con un colpo di Stato e lasciò il Paese circa un decennio dopo. È rientrato a marzo in patria dopo quasi quattro anni all’estero, con l’intenzione di candidarsi alle elezioni di maggio, ma presto ha dovuto affrontare varie vicende giudiziarie ed è stato posto agli arresti domiciliari alla periferia di Islamabad. Oggi è apparso in aula, in mezzo a potenti misure di sicurezza, per la breve udienza nel corso della quale, fa sapere Afsha Adil, membro del suo team legale, si è dichiarato non colpevole. Il giudice ha fissato il 27 agosto come data per presentare le prove.
Oltre all’omicidio di Bhutto, Musharraf è coinvolto in un caso legato all’arresto di un giudice della Corte suprema avvenuto nel 2007 e alla morte di un leader nazionalista del Beluchistan. Ha inoltre ricevuto minacce dai talebani pakistani che hanno provato a ucciderlo due volte mentre era in carica e hanno promesso nuovamente di farlo se fosse rientrato nel Paese.
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