Pechino (Cina), 22 lug. (LaPresse/AP) – Settantacinque persone sono morte e 495 sono rimaste ferite in Cina, nella provincia di Gansu, per due scosse di terremoto di magnitudo 6,6 e 5,6. Il centro di monitoraggio dei terremoti nazionale ha riferito che il sisma è stato in profondità. L’epicentro è stato registrato vicino alla città di Dingxi, con ipocentro a 20 chilometri sotto la superficie. Diverso il dato fornito dall’ufficio per la gestione dei terremoti provinciale, che ha parlato di una profondità di sei chilometri. Le scosse hanno abbattuto le linee elettriche e danneggiato decine di case. La vasta regione colpita è montuosa, desertica e di terreni da pascolo, vi abitano solo 26 milioni di persone. Hanno tremato anche la città di Lanzhou, a 177 chilometri a nord, e Xi’an, a 400 chilometri a est.

Le vittime sono state registrate nella contea di Min e in altre zone rurali della municipalità, ha fatto sapere il sindaco di Dingxi, Tang Xiaoming, parlando all’emittente Cctv. I peggiori danni nelle contee di Zhang e Min, dove decine di case sono state danneggiate e i servizi telefonici ed elettrici interrotti. Nell’area sono intervenuti gli agenti delle squadre di soccorso paramilitari, ma le operazioni sono rallentate dal fango e dalle rocce che bloccano le strade. Il peggior terremoto nella storia recente della Cina è quello che nel 2008 ha colpito la provincia sudorientale del Sichuan, con magnitudo 7,9. Le vittime e i dispersi furono 90mila.

La Croce Rossa cinese ha annunciato di aver inviato 2000 tende, mille set di oggetti utili alla vita quotidiana, 3mila giacche. Squadre provenienti da Lanzhou e Pechino sono intervenute sul posto. Secondo le previsioni, questa settimana nell’area sono attese forti piogge, che rendono ancor più difficile la situazione per le condizioni di vita degli abitanti e per il rischio di frane.

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