Ankara (Turchia), 12 giu. (LaPresse/AP) – Il governo turco apre alla possibilità di un referendum sul piano di riammodernamento di piazza Taksim a Istanbul, che coinvolge le sorti di Gezi Park. Si tratta del progetto che ha dato il via alle proteste in corso da 13 giorni in Turchia. Ad annunciare la disponibilità del governo al referendum è stato un portavoce del Partito giustizia e sviluppo del premier Recep Tayyip Erdogan, Huseyin Celik. È il primo passo significativo dell’esecutivo per porre fine alle proteste con i manifestanti e giunge dopo che nel pomeriggio Erdogan ha incontrato nel suo ufficio di Ankara una delegazione di 11 attivisti.
Il portavoce di Akp ha precisato che il referendum sarebbe riguarderebbe solo il progetto di ricostruzione di un’antica caserma ottomana, mentre i cittadini non verrebbero consultati sulla demolizione di un centro culturale alla quale si oppongono i manifestanti. Celik ha sottolineato che il centro si trova in una zona a rischio sismico e quindi andava abbattuto. Il portavoce è poi tornato a un tono sprezzante, dicendo che il governo non permetterà che il sit-in in corso a Gezi Park continui all’infinito. Con l’ipotesi del referendum sembra che Erdogan sia pronto a scommettere che gode di una base di consenso tanto forte da potere sostenere il piano su piazza Taksim.
Le manifestazioni sono cominciate a Istanbul il 27 maggio per impedire l’abbattimento di 600 alberi di Gezi Park previsto dal progetto di riammodernamento di piazza Taksim. Dopo un violento intervento della polizia per disperdere il sit-in con lacrimogeni e cannoni ad acqua, tuttavia, il 31 maggio, le proteste si sono trasformate in cortei contro il governo e si sono estese gradualmente a 78 città del Paese. Tra le principali, Ankara e Smirne.
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