Peshawar (Pakistan), 29 apr. (LaPresse/AP) – Sei persone sono morte a Peshawar, nel nordovest del Pakistan, in seguito a un attacco suicida. Secondo quanto riporta Liaqat Ali Khan, capo della polizia cittadina, l’attacco puntava a colpire una delle sue pattuglie e ha ferito anche altre 30 persone, tra cui tre poliziotti e diversi passeggeri di un bus che transitava nelle vicinanze. L’attentatore ha fatto saltare l’esplosivo al passaggio della pattuglia.

Nessuno per ora ha rivendicato la responsabilità, ma i sospetti ricadono sui talebani. Ieri il gruppo ha ucciso 11 persone, facendo esplodere un ordigno durante un comizio politico e lanciando attacchi contro due uffici dei candidati politici nel nordovest. Dall’inizio di aprile il gruppo ha ucciso già 60 persone in attacchi contro politici e partiti. Un’ondata di violenza che non si ferma in vista delle elezioni dell’11 maggio. In particolare i talebani hanno preso di mira i partiti laici che hanno sostenuto l’offensiva militare contro i militanti nel nordovest. Risparmiati invece i partiti islamici e le formazioni politiche che sostengono un accordo di pace tra governo e insorti.

“A meno che il governo, la commissione elettorale indipendente del Paese e le forze di sicurezza non riescano a garantire che tutti partiti possano condurre la campagna elettorale liberamente senza timori, le elezioni potrebbero risultare gravemente compromesse”, ha commentato Ali Dayan Hasan, capo di Human Rights Watch in Pakistan.

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