Il Cairo (Egitto), 14 apr. (LaPresse/AP) – Due funzionari dei Fratelli musulmani della città di Damanhour, nel nord dell’Egitto, sono stati rinviati a giudizio per l’accusa di aver rapito e torturato tre giovani nella sede locale del gruppo lo scorso 24 novembre, durante gli scontri tra sostenitori e oppositori del presidente Mohammed Morsi. L’avvocato delle vittime, Mohammed Bahnasy, conferma che i tre rapiti e torturati sono Mahmoud Ali, 17 anni, Mohammed Mansour, 18 anni, e Mustafa Farag, 21 anni. I giovani sarebbero stati detenuti separatamente per un frangente di massimo cinque ore durante gli scontri.
Si tratta del primo caso di questo tipo che coinvolge i Fratelli musulmani. I due accusati, Mustafa el-Khouli e Mohammed Abdel-Radi, non sono stati detenuti. Un mandato di arresto è stato emesso per il primo, che non ha risposto a una convocazione per un interrogatorio. Il secondo è stato invece sentito dalle autorità e rilasciato in attesa dell’inizio del processo. L’avvocato capo del Fratelli musulmani, Abdel-Monaim Abdel-Maqsoud, definisce “frettolosa” la decisione di rinviare a giudizio i due funzionari e ha descritto l’indagine come “viziata”. “Sono sorpreso – ha commentato – della velocità con cui tutto è stato fatto. Ci sono molti casi di membri dei Fratelli che sono rimasti vittima di violenze, ma non abbiamo visto nessuno andare a processo”.
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