Berlino (Germania), 24 gen. (LaPresse/AP) – Non si placa la paura di nuovi attacchi a Bengasi. Anzi, la notizia di una imminente minaccia contro cittadini occidentali ha spinto oggi i governi di Regno Unito, Germania e Olanda a chiedere ai propri connazionali di lasciare la città libica. A lanciare per primo l’allarme è stato il Foreign Office britannico che ha fatto sapere di essere a conoscenza di una “minaccia specifica e imminente” contro gli occidentali a Bengasi. Londra aveva sconsigliato i viaggi nella città già da settembre. A questo allarme hanno fatto seguito quello della Germania e poi del ministero degli Esteri olandese che, attraverso il portavoce Thijs van Son, ha spiegato come il governo abbia “ragione di credere che ci sia una grave minaccia in arrivo” e per questo “rimanere nell’area non è consigliato”.

Solo ieri il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha testimoniato al Congresso sulla gestione degli attacchi avvenuti lo scorso 11 settembre al consolato statunitense di Bengasi, dove vennero uccisi l’ambasciatore Usa in Libia Chris Stevens e altri tre funzionari americani. Intanto, Adel Mansouri, principale della Scuola internazionale di Bengasi, fa sapere che i cittadini stranieri sono stati avvertiti due giorni fa della possibile minaccia. Agli insegnanti della scuola, a cui sono iscritti 540 studenti, è stata data la possibilità di andarsene, ma tutti hanno deciso di restare. Molti studenti sono libici, ma il 40% ha la doppia nazionalità. “Abbiamo comunicato all’ambasciatore britannico che rimarremo. Non vediamo una minaccia sul terreno”, ha commentato Mansouri che a sua volta ha la doppia nazionalità libico-britannica.

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