Pechino (Cina), 7 gen. (LaPresse/AP) – La Cina si avvia a dire addio ai campi di lavoro. A darne notizia è stato Chen Dongsheng, responsabile del Legal Daily, giornale ufficiale del ministero della Giustizia cinese. Il funzionario ha infatti spiegato che quest’anno la polizia cinese smetterà di emettere condanne ai campi di lavoro. Dopo che i media avevano diffuso la notizia della riforma attesa entro quest’anno, l’annuncio formale non è però arrivato direttamente dal presidente della Commissione delle politiche e delle leggi del partito comunista, Meng Jianzhu. È stato Chen a farlo sapere, riferendo di avere sentito Meng promettere l’interruzione delle condanne nel corso di una conferenza. La Corte suprema cinese e altri alti funzionari sinora non si sono pronunciati sulla questione, anche se l’autorevole rivista indipendente Caixin ha confermato le dichiarazioni di Chen tramite una fonte anonima che ha partecipato alla conferenza.
Il controverso programma legato ai campi di lavoro sinora permetteva alla polizia di detenere i sospettati per un massimo di quattro anni, anche senza processo. Non è chiaro come, dopo la prevista riforma, sarà applicata la “rieducazione attraverso il lavoro” prevista dalla legge cinese, né cosa accadrà alle persone attualmente detenute nelle strutture. Ad oggi i campi di lavoro in Cina sono 310 e vi sono rinchiusi 310mila prigionieri, secondo i dati dell’emittente Cctv. In una intervista telefonica ad Associated Press, Chen ha spiegato: “Meng ha affermato che il sistema di rieducazione è stato utile nel passato, ma ora le condizioni sono cambiate”.
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