Beirut (Libano), 1 nov. (LaPresse/AP) – In una lunga giornata di sangue, oggi in Siria sono morte 182 persone, tra cui 104 civili e 78 soldati dell’esercito governativo. La metà dei militari è morta in attacchi a posti di blocco nel nord del Paese, poche ore dopo un’ondata di attentati nell’area di Damasco. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Secondo il gruppo, i ribelli hanno ucciso 37 soldati in attacchi contro tre checkpoint militari vicino alla città di Saraqeb. Il governo raramente rilascia commenti sulla morte dei soldati, e per ora non ci sono conferme sul numero di vittime tra le fila dell’esercito.
Ieri, gran parte delle violenze si erano concentrate sui sobborghi ribelli di Damasco e Aleppo. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Sana, tre bombe nel distretto di al-Mazzeh ieri notte hanno colpito una moschea, un club sportivo e un negozio. Una persona è rimasta uccisa e altre due sono rimaste ferite nei pressi della moschea nel distretto di al-Houda. Sei persone sono rimaste ferite nelle altre due esplosioni. Intanto, sempre secondo Sana, è salito a 12 morti il bilancio di un altro attentato avvenuto ieri sera in un sobborgo di Damasco contro un santuario sciita, dopo che una persona è morta per le ferite riportate.
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